“Siamo preoccupati per la tenuta sociale del Paese, come ebrei e come italiani, per l’animosità e la violenza verbale che crea fenomeni che spesso siamo costretti a stigmatizzare”. Cosi la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello nel discorso di saluto al Museo della Sinagoga a Roma al premier Giuseppe Conte.
“Pochi giorni fa – ha ricordato Dureghello – ci siamo espressi sul caso della Sea watch ribadendo che per quanto sia complicato gestire il fenomeno dell’immigrazione, la salvezza di vite umane viene prima di tutto” è ha quindi ringraziato il premier “per il suo personale sforzo di trovare una soluzione dignitosa nei confronti di quelle persone”.
Nel suo intervento il presidente della Comunità ebraica romana non ha mancato di denunciare il pesante clima di intolleranza anche contro gli ebrei. “Non mancano – ha sottolineato – episodi di antisemitismo che continuano a trovare spazio e terreno fertile negli ambienti più disparati. Sappiamo sulla nostra pelle che l’odio verso gli ebrei ha forme e matrici diverse, sappiamo anche che l’antisemitismo evolve, si trasforma e si diffonde con rapidità: dagli spalti degli stadi, alle aule universitarie, fino ai social network, dove ormai il fenomeno ha assunto numeri e misure incontrollabili e l’uso di linguaggi vessatori se non intimidatori di matrice razzista ed antisemita sono ormai una costante”. “Spesso l’antisemitismo – ha aggiunto Dureghello – si maschera da antisionismo, la nostra sinagoga porta ancora i segni di quanto l’odio contro gli ebrei e contro Israele creò le condizioni per l’attentato del 1982 (i cui responsabili benché condannati sono ancora latitanti all’estero) che lei ha voluto ricordare fermandosi in un momento di riflessione davanti alla lapide in memoria di quel terribile giorno”. “Conosciamo l’impegno delle istituzioni per contrastare tutto ciò ma come ho avuto modo spesso di condividere occorrono atti concreti e scelte significative per meglio definire gli ambiti di legalità e non lasciare spazio ad alcuna ambiguità e minimizzazione. A tale proposito è quanto mai urgente che venga adottata anche dall’Italia la definizione dell’Ihra (International Holocaust Remembrance Alliance) sull’antisemitismo che segue quella sul negazionismo e ne completa la missione dando connotati e strumenti certi per valutare e ove necessario giudicare chi tali limiti valica”, ha concluso.