Come nasce una spy story? Lo hanno chiesto ieri pomeriggio il vicepresidente della comunità ebraica di Roma Ruben Della Rocca e la responsabile del Centro di Cultura Ebraica Miriam Haiun a Marco Buticchi, scrittore di romanzi di avventura di ispirazione storica, tra i pochi inseriti nella collana Longanesi “I maestri di avventura”.
Nel 1997 esce il romanzo “Le pietre della luna”, uno tra i successi tradotti in diverse lingue.
Come nasce un romanzo e come i suoi personaggi? Oswald è un eroe peculiare: funzionario del Mossad e caratterizzato fisicamente da nanismo. Perché poi tanti riferimenti all’ebraismo?
Risponde l’autore: ”Un romanzo nasce da una sorta di irresistibili passioni che mi prendono guardando un oggetto, magari normale, fonte però di un’incredibile forza. Alla domanda: Perché ebrei? Perché il popolo del libro ha qualcosa in più: la capacità di riunirsi e far fronte al nemico comune ad esempio. Se l’avessimo noi italiani… Per quanta riguarda i miei eroi li voglio umani, con le loro insicurezze. Non devono essere superfighi che le fanno innamorare tutte. Vi racconto come nasce Oswald: quando ero piccolo e abitavo a Milano, in piazza del Duomo c’era un gigantesco cartellone pubblicitario che reclamizzava un lucido da scarpe e c’era un omino, fatto di lampadine, che si toglieva il cappello. Visto dalla piazza l’omino sembrava un nano. E allora ecco il mio eroe”.
Continua Ruben Della Rocca descrivendo l’altro pezzo forte delle storia: Sara Terracini, “un’archeologa che proviene da Portico d’Ottavia e affianca Oswald nelle sue imprese. Nascerà tra i due una storia d’amore prima piena di conflitti poi sinergica”.
“Scrivere una storia simile – ricorda Buticchi – può durare anche due anni tra ricerca e stesura. Una fatica che vale la pena compiere, perché nessun’altra arte dà tanta immaginazione quanto la lettura. La televisione, pur senza malizia, ti impone ciò che stai vedendo, la lettura mai. Leggendo si immaginano i personaggi a propria immagine e somiglianza”.
“A chi si vuole avvicinare piano piano alla sua scrittura, Buticchi consiglia: “per coerenza direi di partire dal primo libro, lì dove nascono tutti i personaggi. Se dovessi però consigliare il testo a cui tengo di più direi “Casa di mare”: parla di me, l’unico romanzo che ho scritto che non finisce bene”.
Tra intrecci temporali e personaggi anacronistici Buticchi vaga tra le sfingi, il Rinascimento e gli anni del Lodo Moro, pezzi importanti della storia mondiale e italiana.
Leggerlo, ricorda Ruben Della Rocca, dovrebbe essere un dovere morale.