La pena
dell’ergastolo ostativo si applica a soggetti accusati di reati di particolare
gravita’, come quelli di mafia o terrorismo, ed e’ destinata a coincidere,
nella sua durata, con l’intera vita del condannato. Tanto che sui certificati
carcerari di questi condannati si legge la scritta “fine pena mai”.
L’ergastolano comune conserva la possibilita’ che la sua condizione sia
periodicamente riesaminata ai fini dell’accesso ai benefici e alle misure alternative,
mentre all’ergastolano ostativo, in assenza di una collaborazione, quegli
istituti sono esclusi per sempre, a meno che, nel frattempo, non collabori o si
verifichino altre particolari circostanze.
Per diversi
costituzionalisti, l’ergastolo ostativo e’ incostituzionale perche’ contrasta
col principio della rieducazione della pena, sottraendo ogni possibile
orizzonte di ‘ritorno alla vita’ per il detenuto. Negli anni la Consulta si e’
piu’ volte pronunciata sul tema ribadendone invece la costituzionalita’ ma aprendo
la strada a un suo ‘ammorbidimento’ tanto che nell’agosto dell’anno scorso per
la prima volta un ergastolano ostativo, Carmelo Musumeci, ha ottenuto la
liberazione condizionale anche grazie al suo percorso rieducativo
particolarmente virtuoso. Assieme al costituzionalista Andrea Pugiotto,
Musumeci ha pubblicato il libro ‘Gli ergastolani senza scampo’, diventato una
sorta di manifesto giuridico e umano contro questo tipo di pena che e’ al
centro anche di una riflessione nel documentario ‘Spes contra Spem’ girato da
alcuni detenuti di Opera.