La rarissima
colonna in marmo rosa, che doveva essere sui palchi più importanti, quello
dell’imperatore o quello dedicato alle Vergini Vestali. I graffiti che rivelano
la vita della plebe, che qui veniva anche con i bambini a mostrar loro cosa
poteva accadere a chi non rispettava la legge. Ritratti dei grandi, mosaici,
reperti, ma anche modellini ispirati nei secoli, la città-fortezza del
Medioevo, l’oblio dopo il terremoto del 1349 e la riscoperta, per la quale si
deve dire grazie ai Papi e, in parte, anche a Napoleone. Per la prima volta ‘Il
Colosseo si racconta’, come recita il titolo della mostra permanente che da
oggi svelerà storia e segreti del monumento simbolo di Roma ai 7 milioni e mezzo
di visitatori che ogni anno varcano i cancelli dell’Anfiteatro Flavio. Realizzata
dal Parco Archeologico con l’Istituto Archeologico Germanico di Roma e
l’Università di Roma Tre, la mostra corre lungo 12 arcate del II livello (in
italiano, inglese e cinese) e con oltre 400 opere, spiega il direttore Rossella
Rea, “ripercorre tutte le sue vicende, da quando era luogo di battaglie
sanguinose fino al Novecento”, con l’epigrafe di Mussolini. “Una
prima importante tappa – aggiunge il direttore del Parco Archeologico Alfonsina
Russo – del ripensamento di visita del monumento”.