Attilio Momigliano, Ludovico Limentani ed Enzo Bonaventura:
sono alcuni dei nomi più noti presenti nell’elenco dei professori ebrei espulsi
dall’Università di Firenze, una quarantina in tutto, dopo le Leggi razziali. Il
convegno internazionale, ‘L’emigrazione intellettuale dell’Italia fascista, in
programma all’ateneo fiorentino, ha presentato i risultati di recenti ricerche
promosse dall’Università e dalla Regione Toscana nell’ambito del bando ‘Memoria
2018’, che ricorda gli 80 anni dalla firma delle leggi razziali. Patrizia
Guarnieri, responsabile del convegno, ha spiegato che furono “una
quarantina i docenti espulsi dall’Università”, di cui 16 decisero di
espatriare, a cui si aggiunge “una cinquantina di studenti ebrei” e
“anche i professionisti, per esempio a Firenze l’ordine dei medici conta
una radiazione di ben 66 persone”. Nel complesso, ha aggiunto Guarnieri,
“abbiamo già raccolto circa 250 nominativi di intellettuali che hanno avuto
rapporti di formazione o di lavoro con la Toscana e che sono andati a cercare
la libertà altrove”. Duplice il messaggio trasmesso agli studenti dal
rettore dell’Università di Firenze, Luigi Dei: “I diritti umani devono
sempre stare davanti a tutto e il secondo è che la memoria è fondamentale”
e “sta strettamente legata al tema della responsabilità”.
“Mentre venivo qui – ha detto Daniela Misul, presidente della comunità ebraica
di Firenze – stavo pensando come sarebbe stata la nostra Italia se queste
eccellenze fossero rimaste e avessero potuto proseguire il loro lavoro, oggi
forse potrebbe essere un’Italia migliore”. La vicepresidente della Regione
Monica Barni, ha aggiunto che oggi “vediamo tanti motivi di preoccupazione
che molto spesso sono dovuti all’ignoranza, al farsi convincere da ideologie
sbagliate perché manca la conoscenza”.