E’ stato sospeso il processo contro l’ex guardiano delle SS
del lager di Stutthof accusato di aver contribuito all’uccisione di centinaia
di deportati. Il tribunale di Muenster ha preso la decisione a causa dello
stato di salute del novantacinquenne, attualmente ricoverato con gravi
patologie al cuore e ai reni: a detta dei giudici l’imputato, Johann Rehbogen, non
sarebbe in grado di sostenere il processo, ma una nuova perizia medica sara’
effettuata entro il mese di gennaio. A quel punto, passate tre settimane, come prevede
la legge, verra’ deciso se riprendere le udienze o meno. Il medico responsabile
della prima perizia ha spiegato in aula che lo stato di salute dell’ex
guardiano e’ drasticamente peggiorato nelle ultime settimane: e’ possibile, ma
non probabile, che Johann R. possa
migliorare. Secondo l’accusa, l’imputato sarebbe corresponsabile di centinaia
di morti nel lager di Stutthof, non lontano da Danzica, dove era in servizio
dal 1942 al 1944. Si calcola che in questo campo di concentramento e nei suoi
sottocampi siano state uccise fino alla fine della Seconda guerra mondiale
oltre 65 mila persone. All’inizio questa struttura era destinata soprattutto
alla detenzione dell'”intellighentia” polacca, solo successivamente
furono portati qui anche i deportati ebrei. Come ricordato dai giudici
all’inizio del processo, oltre alle camere a gas, migliaia di detenuti sono
stati uccisi con le fucilazioni e iniezioni letali, ma anche dagli stenti,
dalla fame e dalla malattia. Molti detenuti furono spinti dagli uomini delle SS
contro le recinzioni elettrificate. Nelle passate udienze, hanno prodotto una
grande impressione le letture delle testimonianze dei sopravvissuti del campo
da parte dei legali di quest’ultimi. Sono 17 le persone che si sono costituite
parti civile in questo processo, soprattutto ex deportati che oggi vivono in
Israele e negli Stati Uniti.