Ci sono voluti ben 81 anni perché anche Roma (come avevano già fatto Milano, Torino, Ancona e Genova), si ricordasse con una cerimonia ufficiale la vergognosa espulsione dei giuristi ebrei dagli Ordini professionali, a causa dell’emanazione delle leggi razziste e razziali volute da Mussolini e contro firmate dal re Vittorio Emanuele III.
A ricordare quella radiazione di magistrati, avvocati e personale giudiziario, colpevoli solo di essere ebrei, e quindi a sanare quella ingiustizia operata da uomini della legge contro altri uomini della legge, si terrà domani alle 12.00 una cerimonia nell’atrio della Corte di Appello di Roma. Là verrà scoperta una targa che ricorderà quella ignobile ingiustizia. Alla cerimonia parteciperà la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati (anche lei un avvocato), il presidente della Corte di Appello di Roma, Giuseppe Meliadò, il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, il Rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, la presidente della Comunità ebraica romana, Ruth Dureghello, e il presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Roma, Antonino Galletti. La cerimonia di scoprimento della lapide verrà preceduta da un atto formale in cui proprio il Consiglio romano degli avvocati annullerà quella radiazione e riammetterà, alla memoria, gli espulsi nei propri albi.
Tra i numerosi giuristi radiati dall’Albo vi erano anche magistrati ebrei di alto rango: da Ugo Foà, sostituto Procuratore generale del re presso la Corte di Appello di Roma, al pretore Edoardo Modigliani.