di Giorgia Caló e Luca Spizzichino
Mercoledì 11 novembre, in Diretta sulla pagina Facebook del Centro di Cultura Ebraica, in collaborazione con Shalom e la Libreria Kyriat Sefer, Maurizio Molinari, Direttore de “La Repubblica”, ha presentato il suo ultimo libro: “Atlante del mondo che cambia. Le mappe che spiegano le sfide del nostro tempo”.
Un libro che affronta i cambiamenti geopolitici, economici e sociali, che l’umanità si trova oggi ad affrontare. Come? Attraverso le mappe.
Un uso innovativo della cartografia, quello utilizzato da Molinari, che con questo strumento illustra al lettore, attraverso i dati raccolti, come il mondo è cambiato, e sta cambiando.
Un cambiamento esplicato in 8 capitoli, in base alle diverse linee di trasformazione: i conflitti, l’emergenza climatica, per poi passare alla ferita delle discriminazioni razziali, dalle diseguaglianze sociali al vento populista-sovranista, passando per il fenomeno migratorio, l’urgenza della parità di genere e l’emergenza sanitaria legata all’esplodere delle epidemie. L’autore racchiude in un unico volume, i grandi mutamenti che stanno attraversando la nostra epoca.
Insieme all’autore sono intervenuti Ruth Dureghello, Presidente della Comunità Ebraica di Roma, il vignettista Sergio Staino, Linda Laura Sabbadini, Direttrice centrale dell’ISTAT, Miriam Haiun e Ruben Della Rocca moderatore dell’incontro, che si è aperto con il ricordo di Rav. Jonathan Sacks e di Renzo Gattegna, recentemente scomparsi.
Lo strumento della Geografia, cioè della conoscenza dello spazio nel contesto temporale “diventa uno strumento utile per comprendere come le periferie interagiscono con i centri urbani. Come alcuni luoghi nella geografia del mondo sono importanti per comprendere come affrontare il presente e le sfide del futuro” esordisce il Presidente Dureghello nei saluti di apertura.
Argomenti che rispecchiano l’attualità: il Populismo che riporta alle recenti elezioni americane e alle intenzioni del neo eletto Presidente Biden di affrontare i conflitti con un approccio unitario. I conflitti stessi, tre in particolare ricorda Molinari: l’attentato dell’11 settembre, la crisi finanziaria del 2008 e la più recente Pandemia. Tre conflitti, iniziati in un singolo spazio, ma che hanno colpito tutti. Come si possono dunque affrontare i conflitti? “Affermando i diritti in maniera innovativa” spiega Molinari, “Questo secolo si sta presentando come un secolo corale: dove ci sono questioni gigantesche che si declinano poi nella vita di tutti noi. È un po’ una risposta al Novecento che invece era Nazionalismo, contrapposizione, confini.
La forza e l’innovazione può venire proprio dalla capacità di dare risposte corali a problemi locali”.
Un libro che “non si legge dall’inizio alla fine”, come ha sottolineato Linda Laura Sabbadini: non ha un preciso ordine di lettura, si ha la possibilità di poter consultare il libro scegliendo la tematica che più interessa. Ha aggiunto inoltre, quanto questo “sia molto più di un Atlante”, anzi secondo la direttrice centrale dell’ISTAT, “definirlo tale è riduttivo”. Se apparentemente non sembra esistere un filo conduttore tra i vari capitoli, secondo l’ospite “il filo conduttore è qualcosa di più che capire il mondo che cambia. La cosa che mi colpisce – spiega Linda Laura Sabbadini – è che Molinari in tutti i capitoli mette in evidenza: cosa sta cambiando, come cambia il fenomeno e come ti devi attrezzare, con strategie per difendere e rinnovare la democrazia”.
E proprio sulla vulnerabilità delle democrazie si concentra Maurizio Molinari, facendo notare che “lì dove le democrazie sono più deboli, i regimi diventano più forti”, a sostegno di questa tesi sottolinea come proprio nelle ultime ore il governo cinese abbia fatto pressioni su Hong Kong, sfruttando il momento di instabilità e debolezza della democrazia americana, dove ci sono due presidenti: uno eletto e uno che non riconosce la vittoria dell’avversario.
“In periodi di grande trasformazione serve il genio. Quando ci si trova in una situazione di conflitti senza precedenti, la risposta non può venire sulla base delle regole precedenti, ma sulla base del genio, adattando le nostre cognizioni a una realtà che è muta”.