Un mese dopo l’approvazione degli accordi di pace con gli Emirati Arabi Uniti, la Knesset ha approvato ieri anche gli ‘accordi di normalizzazione, di pace e di amicizia’ col Bahrein, raggiunti nel contesto più vasto degli Accordi di Abramo elaborati dalla amministrazione Trump. I voti a favore sono stati 62 e quelli contrari (in prevalenza della Lista araba unita) 14. Secondo i media, il ministro degli Esteri del Bahrein Abdullatif al-Zayani arriverà in Israeleil 19 novembre. Inoltre una delegazione ufficiale israeliana partirà presto per il Sudan. Nel corso del dibattito il premier Benyamin Netanyahu ha rilevato con compiacimento che 41 anni dopo gli accordi di pace con l’Egitto e 26 anni dopo gli accordi con la Giordania, “in meno di due mesi” Israele ha adesso raggiunto nuovi accordi di pace e di normalizzazione con tre Stati arabi: gli Emirati, il Bahrein ed il Sudan. Il leader del Likud si è astenuto invece dal menzionare in alcun modo gli accordi di riconoscimento fra Israele e Olp del 1993. Ha sostenuto invece che lo sviluppo delle intese con i Paesi arabi si è reso possibile proprio avendo aggirato “il veto palestinese, che semplicemente bloccava la pace”. Se Israele avesse dovuto attendere un ammorbidimento delle posizioni palestinesi, ha argomentato, “avremmo dovuto aspettare ancora molti anni”. Proprio gli accordi con i Paesi arabi, a suo parere, potrebbero rendere più duttili le posizioni palestinesi. Secondo Netanyahu dagli accordi con gli Emirati e con il Bahrein l’economia israeliana riceverà ora un impulso molto forte, che sarà avvertito da ogni cittadino. Netanyahu ha inoltre previsto che altri Paesi arabi decideranno presto di stringere relazioni con Israele. “Voglio ancora ringraziare – ha concluso il premier – il mio amico Donald Trump per il suo sostegno possente allo Stato d’Israele. Saluto anche il mio amico Joe Biden, e con lui Kamala Harris, che hanno pure accolto con favore questi accordi”.