Non chiamatela arte marziale. E neppure difesa personale tout court. E’ piuttosto una disciplina “olistica” che mette insieme tecniche di lotta corpo a corpo, derivate dagli insegnamenti militari israeliani, secretati sino al 1975, e un addestramento mentale “utile anche sotto stress per superare le difficoltà quotidiane”. A spiegare all’ANSA il successo del Krav Maga, la nuova disciplina che sta diventando sempre più popolare nelle palestre, è Massimo Fenu, unico italiano a far parte del gruppo di élite di tecnici specializzati nella formazione di nuovi istruttori all’interno della federazione più grande al mondo, la Krav Maga Global di Eyal Yanilov. Il cagliaritano 45enne, laurea in Filosofia, giornalista e autore di due saggi e di un romanzo – alle spalle 30 anni di pratica di arti marziali e 20 da istruttore – si addestra in Israele minimo due volte all’anno. “Il Krav Maga è una disciplina pro-attiva – osserva – Sia che ci si debba difendere che attaccare, si cerca sempre di prendere o guadagnare l’iniziativa. Sui movimenti di attacco si modellano anche i movimenti di difesa, nel senso che la prima conquista per l’allievo è apprendere come il proprio corpo è in grado di generare potenza”. Il Krav Maga in pratica, “insegna a contrastare una situazione di pericolo o di aggressione allenando persone comuni a sfruttare al meglio le proprie capacità fisiche e a pensare in modo lucido e intelligente”. Ecco perché spopola.
In una società nella quale la percezione di insicurezza è ormai diffusa e standardizzata, il Krav Maga è una risposta e insieme un modo per scaricare la tensione e stare in forma. “Oggi le persone hanno la sensazione che quello che un tempo accadeva agli altri possa accadere anche a loro – sottolinea Fenu – Di conseguenza molti cercano metodi rapidi ed efficaci per proteggere se stessi ed i propri cari”. Si inizia proprio così ad avvicinarsi a questa disciplina per la quale bastano sei mesi/un anno di tempo per imparare la difesa personale in senso stretto. “Ma le persone rimangono molto di più per via dei benefici che hanno dal punto di vista fisico ed emotivo – sostiene l’istruttore – Ciò che impari nel Krav Maga ti cambia il modo di vivere, più che salvarti la vita nel malaugurato caso di un’aggressione”. L’allenamento – diviso in riscaldamento, fase di potenziamento ed esercizi finali – non si conclude con un combattimento, non ci sono campionati o gare alle quali partecipare; ma non si pensi che la disciplina sia solo per pochi eletti che apprendono tecniche militari violente. “C’è molta confusione su ciò che è stato realizzato per i civili e ciò che rimane prerogativa del Krav Maga per militari. Sono due ambiti nettamente distinti – sottolinea – Affidarsi ad istruttori qualificati e formati da federazioni serie è fondamentale”. “Spesso vengono usati degli esercizi che stimolano sotto forma di ‘gioco’ i movimenti naturali che poi saranno la base per le tecniche – evidenzia – Ogni lezione è diversa dalle precedenti e stimola mente e corpo in egual misura”.