PROBLEMI
DI HALAKHÀ CONTEMPORANEA
ALLA LUCE DELLA PARASHÀ SETTIMANALE.
PARASHÀ DI TOLEDOT 5779: LA VOCE DI UN FIGLIO
di
Rav Roberto Colombo
Yaakòv
si presenta al cospetto del padre Itzchàk, divenuto ormai cieco, travestito da
‘Esàv per carpire al fratello le benedizioni a lui destinate. Itzchàk, dopo
aver toccato Yaakòv, dice: “La voce è la voce di Yaakòv ma le mani sono quelle
di ‘Esàv”. I Maestri del Midràsh insegnano: “Solo se la voce non è quella di
Yaakòv si devono temere le mani di ‘Esàv”. La voce di Yaakòv è il bel canto
della Tefillà e il profondo studio della Torà.
Domanda:
il figlio unico di una coppia di genitori americani non più giovani, decise di
andare a studiare in Eretz Israèl in una Yeshivà. Il padre e la madre del
ragazzo, non particolarmente osservanti, chiesero al figlio di telefonare loro
alla fine dello Shabbàt, quando in America è ancora festa, e di cantare ogni
settimana dei canti sabbatici pronunciando qualche parola di Torà in modo che
anch’essi potessero vivere l’atmosfera sabbatica. Avevano bisogno di sentire la
voce del loro figlio per poter sentire un po’ la festa. Ovviamente i genitori
non avrebbero sollevato la cornetta del telefono e si sarebbero limitati ad
ascoltare il figlio attraverso la segreteria telefonica. Il giovane chiese ai
suoi Maestri se la cosa era fattibile.
Risposta:
rispose alla domanda rav Zilbershtàin: “La cosa non è vietata dalla Torà e
neppure dai Maestri. Il ragazzo, infatti, non telefonerà di Shabbàt e i
genitori non risponderanno alla chiamata ma si limiteranno ad ascoltare la
segreteria telefonica. È ovvio che tutto ciò non sia auspicabile e che sarebbe
conveniente che i genitori cantassero da soli i canti sabatici, ma se la voce
del figlio può aiutare loro a ritrovare un po’ di felicità perduta a causa
della solitudine e a far sentire loro maggiormente il clima della festa, la
cosa può essere fatta. In alcuni casi si permette, infatti, di essere
facilitanti per guarire la tristezza, la depressione o l’abbattimento di una
persona. I genitori, però, devono impegnarsi a non alzare mai la cornetta
mentre il figlio sta parlando e devono abbassare il volume della segreteria
telefonica altrimenti qualche ebreo, sentendo la voce del ragazzo, potrebbe
pensare che costui stia telefonando ai propri genitori da Eretz Israel non
curandosi della trasgressione fatta fare a loro.