Da Trastevere al Portico d’Ottavia. Ha sfilato, come ogni anno, la marcia silenziosa per ricordare la tragedia della deportazione degli ebrei romani. Al corteo, organizzato dalla Comunità Ebraica di Roma e dalla Comunità di Sant’Egidio, hanno preso parte tra gli altri la presidente della comunità ebraica Ruth Dureghello, la sindaca di Roma Virginia Raggi, il governatore Nicola Zingaretti e il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi. La prima cittadina ha ricordato: “Ho invitato tutti i romani a raggiungerci per recuperare una parte importante della nostra memoria di cittadini romani, perché il 16 ottobre (il ‘sabato nero’ del rastrellamento del ghetto di Roma, ndr) è una ferita per tutta la città. È una parte della nostra memoria, della nostra storia, di chi siamo e dove dobbiamo andare, soprattutto in giorni come questi. Momenti come questi servono a dirci chi siamo stati e chi non vogliamo più essere”. “L’odio è stata la radice del 16 ottobre, quest’anno ricorrono 75 anni dalla deportazione e 80 dalle legge razziali, non ci sarebbe stato il rastrellamento se non ci fossero state le leggi razziali. Si arriva al 16 ottobre per un processo basato sull’odio e l’intolleranza”, ha affermato Zingaretti. “E’ un dato di fatto – ha concluso – che viviamo in un tempo in cui si vuole imporre la cultura dell’odio, al quale bisogna rispondere con quella della giustizia”.
Per Dureghello “c’è ancor più bisogno di memoria ora che i fatti si allontanano nel tempo ma soprattutto di insegnare ai ragazzi che quello che è accaduto non è una fake news, è la realtà. Il male si annida ancora nella discriminazione e nell’odio razziale”. Tra gli interventi istituzionali anche quelli del rabbino capo di Roma Rav Riccardi Di Segni e del cardinale Angelo De Donatis vicario di Papa Francesco per la diocesi di Roma.