Presentata questa mattina nella Sede Centrale del CNR la 16a edizione del Festival della Scienza. L’evento si terrà a Genova dal 25 ottobre al 4 novembre: 265 appuntamenti, articolati in 129 incontri, 13 spettacoli e 123 eventi distribuiti in tutta la città; 494 gli animatori, fra studenti universitari e giovani ricercatori. Il tema dell’edizione 2018 è “Cambiamenti”: la scienza insegna che il cambiamento è inevitabile e inarrestabile, ma che può e deve essere determinato dalle nostre scelte. Il binomio scienza-tecnologia s’impone sempre più come veicolo essenziale di cambiamento e innovazione. Tra gli argomenti centrali, le nuove frontiere della medicina, il climate change e la sostenibilità globale, con uno spazio speciale che sarà dedicato alla tecnologia, intesa come strumento per il miglioramento della qualità di vita delle persone con disabilità.
Ospite d’onore sarà Israele, a cui verrà dedicato un ampio allestimento nell’esclusiva location di Palazzo della Borsa e un ricchissimo palinsesto di conferenze. Tra Italia e Israele esiste una proficua collaborazione nel campo della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico.
Questa mattina, dopo le presentazioni del presidente del Festival Marco Pallavicini, del presidente del consiglio scientifico Alberto Diaspro e del presidente del comitato di programmazione Giovanni De Simone, è intervenuto Ariel Bercovich, consigliere per gli Affari Pubblici dell’Ambasciata d’Israele. “Il cambiamento” ha affermato Bercovich “è un elemento essenziale dello spirito israeliano e un tema che percorre la nostra storia. Nei settanta anni trascorsi dall’Indipendenza, Israele ha manifestato una grande capacità di adattarsi all’esistente e trasformarlo in una concreta visione e promessa di futuro”. Israele infatti ha fatto del cambiamento la sua ragione di esistere, emergendo nel panorama della scienza e dell’innovazione tecnologica mondiale. Bercovich ha poi ricordato i successi israeliani in questo ambito: nonostante la sua modesta popolazione (8 milioni e mezzo di persone) e una superficie ridotta, il contribuito dello Stato ebraico al progresso scientifico mondiale è stato notevole, come testimoniato dagli 11 premi Nobel, di cui 7 tra biologia, chimica ed economia. Israele è tra i primi paesi al mondo per quota d’investimento del PIL in ricerca e sviluppo: nel 2017 ha investito il 4,5%, contro la media europea dell’1,95%. Israele è il terzo paese per numero di compagnie quotate al Nasdaq e negli ultimi 4 anni le esportazioni di settore sono cresciute del 25%. Oggi più del 60% dell’esportazione di servizi israeliani all’estero viene dal settore dell’ICT. Più di 130 multinazionali – tra cui Apple, Microsoft, Intel, Facbeook – hanno aperto centri di Ricerca e Sviluppo in Israele e in questi centri lavorano più di 50.000 persone. Il sistema di irrigazione a goccia, esportato anche nelle zone remote dell’Africa e del Sud America, la pennetta USB, il copaxone, i sistemi di protezione informatici, Waze e molte altre app sono solo alcuni degli esempi di prodotti “made in Israel” che hanno cambiato la nostra esistenza. “Credo che il Festival della Scienza di Genova” ha concluso Bercovich “sia il concreto esempio del contributo che Israele e l’Italia, insieme, danno e possono dare alle generazioni presenti e future”.