Kippur è il Giorno per eccellenza, come viene identificato nel Talmud con il termine Yoma. Durante queste 25 ore e 10 minuti circa gli ebrei, astenendosi dal mangiare e bere per l’intera durata, pregano insieme nei luoghi di culto per purificarsi ed espiare le colpe commesse. E’ un ritorno verso se stessi e nello stesso tempo verso il Creatore. Come è ben rappresentato nella ritualistica prescritta nella Torah, quando il Sommo Sacerdote in rappresentanza della collettività entrava all’interno del Santuario di Gerusalemme, sacrificava il capro estratto a sorte e nominava, nell’unico giorno dell’anno permesso, il Santo Nome di Hashem. Si sublimava la relazione con il Creatore nel luogo in cui secondo la tradizione era stato creato il primo uomo. Così si realizzava quel processo di ritorno alle origini della propria formazione e missione con la giusta emissione vocale del Sacro Nome. Oggi, in assenza del Tempio di Gerusalemme, si sostituisce il culto sacrificale con il suo ricordo verbalizzato e la preghiera.