Se la fantasia è capace di ricreare l’atmosfera di una fiera medioevale che ogni anno attirava mercanti da tutta Europa, dove arrivavano fino a cinquecento navi e cinquantamila mercanti e dove si trattavano affari per dieci milioni di scudi allora si riesce ad immaginare la vita ebraica a Senigallia. Fu proprio per partecipare alla fiera infatti che gli ebrei iniziarono a frequentare la città ed organizzarsi in piccoli gruppi. Poi arrivò lo stato della chiesa – nel 1632 – e si ripeté il solito scenario: ghetto e segno di riconoscimento. Ma nonostante le imposizioni fino all’inizio del 1700 vivevano a Senigallia oltre cinquecento ebrei. Poi arrivarono i francesi ritiratisi i quali la predicazione sanfedista sobillò il popolo: la sinagoga venne distrutta, gli arredi rubati. Tredici persone vennero trucidate e centinaia furono i feriti. In seicento cercarono rifugio ad Ancona. La zona dell’antico insediamento ebraico è stata completamente trasformata, solo via dei Commercianti – dove al numero 20 c’è la sinagoga – può suggerire l’impianto originario della zona. Nel piccolo cimitero – in via delle Grazie 2 – in funzione dal 1878, una piccola area è intitolata ad Anna Frank.