Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha lodato oggi la Serbia per aver approvato due anni fa una legge per la restituzione alla comunità ebraica di proprietà non reclamate – e oggi senza eredi – confiscate durante l’Olocausto. Secondo quanto scrive l’agenzia serba Beta, incontrando a Belgrado il presidente serbo, Aleksandar Vucic, Rivlin ha sottolineato che la legge serba sulla restituzione – approvata nel 2016 – dovrebbe essere presa a modello da altre nazioni. Ricordando “lo storico mutuo rispetto” tra i due Paesi, Vucic ha assicurato che la Serbia è un Paese dove “l’antisemitismo quasi non esiste” e dove non attecchiscono “fascismo, neofascismo e neonazismo”. Nel corso della Seconda guerra mondiale, migliaia di ebrei serbi furono eliminati durante l’occupazione nazista della Jugoslavia. Belgrado fu la prima città in Europa a essere dichiarata ‘Judenfrei’ dai nazisti, che crearono un lager nel cuore della capitale (l’allora Fiera di Belgrado) e utilizzarono in città la famigerata ‘Dusegupka’, un camion adattato per gasare gli ebrei rinchiusi nel cassone del veicolo. Rivlin è giunto in Serbia dalla vicina Croazia, dove ha visitato l’ex campo di concentramento ustascia di Jasenovac. Ogni società, ha detto Rivlin citato dalla Tv pubblica di Zagabria, ha il dovere morale di fare i conti con i crimini del passato.