“È per me un vero onore poter rivolgere oggi, dal Tempio Maggiore – il luogo a voi più caro – il saluto mio personale e quello del Senato della Repubblica italiana.
Lo faccio con commozione e con emozione, ben consapevole della storia illustre e al tempo stesso dolorosa della Vostra comunità, parte integrante dell’identità nazionale italiana, da sempre luogo di cultura, di tolleranza, di servizio leale alle istituzioni, ma anche vittima di vergognose persecuzioni e discriminazioni in una delle pagine più oscure della nostra storia nazionale.”
Così esordisce Maria Elisabetta Alberti Casellati, nel discorso fatto al Tempio Maggiore davanti alla stampa e alle autorità comunitarie durante la sua prima visita istituzionale in qualità di Presidente del Senato della Repubblica italiana.
La Senatrice è stata infatti eletta Presidente solamente il 24 marzo scorso, e in mattinata è giunta nella sede di Via del Tempio incontrandosi con il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni, la Presidente della Comunità Ruth Dureghello e la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche italiane (UCEI) Noemi DiSegni per un colloquio privato, nel quale hanno avuto modo di confrontarsi sulla lotta contro la discriminazione, la sicurezza, la memoria e il rapporto con lo Stato di Israele.
Successivamente i discorsi istituzionali di fronte alla stampa.
La Presidente del Senato ha ribadito il ponte di dialogo e di reciproca stima che intercorre tra l’ebraismo italiano e le istituzioni nazionali, ”basato sulla comune visione della Storia e sulla condivisione dei principi cardine alla base del nostro Stato di diritto”, sottolineando con particolare attenzione l’importanza della Memoria, fondamentale per costruire un futuro senza odio e discriminazioni. Anche in questo ambito Casellati ha speso delle parole di elogio, parlando dell’educazione ebraica giovanile come ”obiettivo prioritario, mirabilmente rappresentato dagli sforzi fatti già dall’immediato dopoguerra per la riapertura dal 1945 delle scuole ebraiche nella città di Roma.” Ha poi lodato il contributo dato dalle Comunità alla costruzione dello Stato italiano e allo sviluppo della sua cultura, ricordando con particolare enfasi Umberto Terracini, che fu presidente dell’Assemblea costituente.
C’è stato spazio anche per una battuta su Israele: ”Lo scorso 4 giugno, avendo avuto l’onore di intervenire in qualità di ospite d’onore alle celebrazioni per i 70 anni dalla nascita dello Stato di Israele, evidenziai come la Repubblica italiana e Israele siano sorti dalle ceneri e dal dolore della 2° Guerra mondiale, a dimostrazione che la vita, la giustizia, la speranza, pur nelle difficoltà più estreme, non possano che trionfare ed affermarsi.”
La visita istituzionale del Presidente del Senato è dunque servita a ribadire in maniera inequivocabile l’importanza della bimillenaria presenza ebraica in Italia e il contributo offerto dagli ebrei all’interno della società, soprattutto nel dopoguerra, attraverso un’importante collaborazione istituzionale.
”Nel 2018 ricordiamo gli ottant’anni dalla promulgazioni delle leggi razziali, che hanno significato l’esclusione degli ebrei dalla società – ha affermato Ruth Dureghello – . Attraverso un impegno quotidiano e anche attraverso questo incontro, voglio ribadire e promuovere la partecipazione attiva e consapevole e il contributo degli ebrei nella vita pubblica di questo paese. Una partecipazione importante che rispecchia, oltre al senso di appartenenza a questo Stato, i valori e l’identità ebraica.”