Torna a
salire la temperatura dello scontro nel Partito Laburista sul tema
dell’antisemitismo. A far riesplodere la bufera è stata nelle ultime ore la
deputata veterana Margaret Hodge, nata Oppenheimer, 73 anni, che nel palazzo
del parlamento si è scagliata contro il leader del partito, Jeremy Corbyn,
dandogli del “razzista antisemita”. A scatenare la furia di Hodge,
che ha avuto tra i familiari vittime della Shoah e che ha fatto parte dei
governi di Tony Blair e di Gordon Brown, è il nuovo codice interno approntato
di recente dal Partito Laburista che condanna con maggior nettezza
l’antisemitismo, ma non ne recepisce la definizione internazionalmente più
diffusa, con l’equiparazione di fatto all’antisionismo. Il documento indica
infatti che “l’antisemitismo è una forma di razzismo” ma omette di
adottare quattro comportamenti considerati chiaramente discriminatori in base
alla definizione adottata dall’esecutivo di Londra nel 2016. Si tratta ad
esempio dell’ “accusare gli ebrei di essere più leali ad Israele che al
proprio Paese”, o di “paragonare la politiche attuali di Israele e
quelle dei nazisti”. Omissioni che hanno suscitato rinnovate polemiche
contro la leadership e lo stesso Corbyn, esponente della sinistra interna e
sostenitore storico della causa palestinese, già criticato sia nel mondo
politico israeliano sia da alcune organizzazioni ebraiche britanniche. Il
rabbino capo della Gran Bretagna, Ephraim Mirvis, aveva infatti avvertito che
votare queste linee guida avrebbe inviato “un messaggio di disprezzo alla
comunità ebraica”. Ma le sue parole non sono state ascoltate.
Giacomo Kahn