Nel 2010, nel piccolo Comune di Bova Marina, in Calabria, è
stato fondato il Parco Archeologico ArcheoDeri della vallata del San Pasquale,
e proprio lì negli anni Ottanta, è stata rinvenuta un’antica sinagoga nel sito
da cui trae il nome “Deri”, richiamando la tradizione dell’Antica Delia o Scýle
(il cui nome richiama il rumore delle onde che si scagliano a riva), secondo
gli antichi Romani. Il sito archeologico è tra i più importanti del
Mediterraneo, infatti, la sinagoga, risalente al IV secolo d. C., è la più
antica in Occidente, dopo quella di Ostia Antica, ed il suo ritrovamento ha
aperto nuovi scenari storici sulla presenza degli ebrei nella Calabria
meridionale. L’edificio era formato da due ambienti quadrati, il primo con
funzione di vestibolo.
Inizialmente identificata come villa romana, ne è stata poi
accertata l’esatta natura, grazie alla conservazione del pavimento a mosaico
che, in un bordo con motivo di foglie e frutti contiene sedici riquadri con
disegni geometrici, che richiamano la simbologia ebraica: la rosetta e il
cosiddetto “nodo di Salomone” che lasciano spazio ai simboli della
menorah (al centro), dell’etrog (cedro) e dal ramo di palma (a destra) e dello
shofar (corno, a sinistra).
Dopo il ritrovamento il sito fu visitato dall’allora Rabbino
Capo di Roma Elio Toaff, il quale confermò che l’edificio ritrovato
rispecchiava una struttura sinagogale.
Alla rilevante scoperta, seguirono altri scavi che
evidenziarono un edificio basilicale di II-III sec. d.C., in cui la presenza di
vasche, lascia oggi aperta la questione se possa trattarsi o meno di un antico
mikvè.
Il parco con i suoi tesori archeologici (non solo la
sinagoga, ma anche antiche basiliche e reperti e manufatti che richiamano la
cultura greca), rappresenta un vero e proprio viaggio tra i periodi storici e
le civiltà che hanno influenzato e che si sono succedute in questa zona:
novemila anni di storia racchiusi in un’unica struttura, un incontro di culture
nei pressi del Mediterraneo.
Giorgia Caló