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    The Loft. La nuova aula autogestita dagli studenti del Liceo ebraico ‘Renzo Levi’

    Con l’inizio del nuovo anno scolastico, gli studenti del Liceo Ebraico Renzo Levi introducono un’importante novità: l’inaugurazione di un’aula ricreativa interamente gestita dagli studenti che prende il nome di “The Loft”.

    Uno spazio di svago, ma anche di incontro, riflessione e confronto; un centro ricreativo, ma soprattutto un centro di comunicazione: è proprio sui divani di The Loft che avverrà il restyling del Renzo Levi Journal, lo storico organo di comunicazione dei ragazzi del Liceo, e tanti altri progetti che la Rappresentante d’Istituto Martina Pavoncello  ha deciso di raccontarci.

    Avete recentemente inaugurato questa nuova aula autogestita del Liceo Renzo Levi. Di cosa si tratta?

    “L’iniziativa è nata circa due anni fa, quando Educating for Impact, un’associazione che collabora con la scuola e che ha realizzato diverse iniziative con altre scuole d’Europa, ha proposto il progetto che ovviamente la Comunità ha immediatamente abbracciato  e Alfie Tesciuba, il responsabile Change Manager si è subito interfacciato con la rappresentanza degli studenti, che ha collaborato affinché fosse possibile avere questa aula autogestita.

    Nonostante alcuni intralci a livello burocratico, siamo riusciti ad avere quest’aula, che inizialmente avrebbe dovuto essere inaugurata a Marzo, ma a causa del Covid è stato tutto rimandato.

    Questo sarà uno spazio autogestito dagli studenti: già una settimana prima dell’inizio della scuola noi stessi siamo andati a sistemare i mobili (ovviamente ci siamo interfacciati con un architetto): lì dentro si respira quella che da un po’ di tempo a questa parte è l’aria del Renzo Levi, un clima di  unione e desiderio di realizzare grandi cose per questa scuola”.

    Come mai avete sentito il bisogno di realizzare quest’aula?

    “Non parliamo tanto di bisogno, quanto di necessità: la dirigenza scolastica ci ha sempre permesso grandissima libertà creativa nella realizzazione delle cose, ma ad un certo punto abbiamo sentito la necessità di avere uno spazio tutto nostro dove dare sfogo ai nostri spunti creativi; The Loft, il nome che abbiamo scelto sarà il fulcro di tutta la comunicazione del Renzo Levi: le riunioni del giornalino scolastico si terranno lì, stiamo inoltre dando vita al progetto di un podcast, in cui inviteremo ospiti e tratteremo di argomenti di ogni genere e taglio”.

    Il progetto del Renzo Levi Journal esiste da tanti anni, ma voi lo avete sviluppato, se non addirittura migliorato. Come avete fatto crescere questo giornale? E come utilizzerete questo spazio per la Comunicazione?

    “Il Renzo Levi Journal è un progetto che esiste da tanti anni: crediamo sia davvero un prodotto di qualità, apprezzato anche da componenti esterni alla scuola, ma ci siamo posti un dubbio: il nome canalizza il giornale ad una nicchia specifica, perché Renzo Levi Journal significa “Il Giornale del Renzo Levi”, e vorremmo invece dargli un nuovo nome, “The Skool”, che possa abbracciare tematiche per tutti; il prodotto sarà sempre lo stesso: di qualità, realizzato con dedizione, però crediamo che la nostra scuola sia pronta per allargarsi a nuovi orizzonti e a nuovi progetti di livello più ampio, che vengano indirizzati a persone non necessariamente della scuola.

    Per quanto riguarda la collaborazione tra The Loft e il giornalino, questo punto creativo accoglierà le riunioni. Ogni anno quando all’assemblea d’istituto vengono eletti i nuovo rappresentanti, viene sempre presentato un piano: quest’anno per via del Covid abbiamo dovuto anche reinventare il concetto di rappresentanza: non sarà più possibile fare le storiche assemblee d’istituto, quindi vogliamo comunque dar voce ai nostri bisogni, di parlare con ospiti e argomentare tematiche, perciò speriamo che il nuovo podcast sia il mezzo giusto per farlo. Apriremo un canale Youtube, inviteremo persone a parlare. Continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto ma in maniera alternativa e creativa”.

    Cosa vi aspettate da tutti questi cambiamenti e dai nuovi progetti? Quali sono gli obbiettivi che vorreste raggiungere?

    “La quarantena ci ha messo a dura prova: abbiamo subito sentito un’urgenza di fare nuove cose. Il cambiamento è solo il risultato di un lavoro che va avanti da anni e speriamo possa fare quel salto di qualità e permettere tante cose nuove, belle e positive per la scuola. L’Aula è stata dedicata alla memoria di Roberto Di Veroli z.l. , una persona che si è sempre dedicata agli altri: oggi Rav Carucci ha ripreso un suo vecchio post su Facebook, che Roberto aveva scritto in vista delle Elezioni UCEI, in cui ribadiva l’importanza delle scuole ebraiche; quindi quello che ci auguriamo è che questo posto possa prendere il concetto di bene che lui aveva sempre fatto per le persone e che possa essere un centro che accolga le persone come faceva Roberto quando era in vita”.

     

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