Il Mossad ha
annunciato di aver recuperato e portato in patria l’orologio da polso di Elie Cohen,
l’agente israeliano catturato e impiccato a Damasco nel 1965. Cohen –
considerato una delle più grandi spie israeliane – che aveva assunto la
copertura di uomo d’affari dal nome Kamil Amin Thabit, riuscì a salire rapidamente
nelle gerarchie siriane fino a diventare il numero tre del regime Baath. Cohen
durante la sua attività era diventato amico intimo di molti generali siriani,
tra i quali spiccava Amin al-Hafiz, il quale dopo essere diventato Presidente
della Repubblica, fece sì che fosse nominato vice ministro della difesa
siriana. Tra le informazioni più importanti trasmesse al Mossad ci fu la
disposizione completa delle forze di Damasco e delle relative fortificazioni
sul Golan. Scoperto a causa della radio che usava per trasmettere, Cohen fu condannato
a morte. Israele e il Mossad fecero di tutto per sottrarlo all’impiccagione ma
senza successo: il suo corpo non è mai stato restituito. L’orologio – rimasto
in Siria dopo la morte di Cohen – è stato riconsegnato alla moglie Nadiya.
Questa, citata dai media, ha riferito che “è stato comprato” ma non
si sa dove. Il premier Benyamin
Netanyahu ha ringraziato il Mossad per l’operazione il cui scopo “è stato
di riportare in patria la memoria di un grande combattente”.