Musica, foto, libri e tanta allegria in Portico d’Ottavia, illuminata magicamente.
Cifra tonda quest’anno per lo stato d’Israele. Ben 70 anni sono ormai passati da quando, il 6 Yiar del 5708, venne dichiarata l’indipendenza dello ‘Stato democratico ebraico’.
Le celebrazioni a Roma sono ovviamente state precedute da Yom Azikaron, con una commovente cerimonia tenutasi nel cortile della scuola ebraica. Per commemorare i caduti durante le guerre d’indipendenza, si è reso rispetto con la tradizionale sirena, e davanti la bandiera a mezz’asta, sono stati letti ‘Yzkor’ – da parte dell’ambasciatore di Israele presso il Vaticano Oren David – e ‘El Malè Rachamim’ – tramite il Chazan Marco Di Porto. C’è stata l’accensione di un lume, in memoria di Angelo Sed, e la lettura del Rav Rashì Riccardo Di Segni dei Salmi numero 2 e 79, quelli esplicitamente scelti dal Rabbino Capo d’Israele per questa occasione. Hanno poi cantato ‘Nigal el Achalom’ di Shalom Chanokh, i bambini della scuola ebraica, e recitato la poesia ‘Tchilà Bochim’ insieme a quelli della scuola Israeliana. C’è stato il contributo di Rafi Erdreich, dell’ambasciata Israeliana, con la lettura di ‘Lev el Lev’, e dei ragazzi dei movimenti giovanili, con quella di un altro poema, ed il canto di ‘Dmaot Malachim’ di Dan Minster, per lasciare poi spazio al discorso della presidente CER Ruth Dureghello, e a quello dell’ambasciatore Israeliano in Italia Ofer Sachs, che ha concluso con le parole di David Ben Gurion.
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I festeggiamenti veri e propri si sono quindi tenuti il giorno seguente, con l’usuale lotteria – in palio un biglietto aereo per Tel Aviv – ed i vari stand allestiti in Portico d’Ottavia, che quest’anno, più numerosi, davano particolare risalto alle creazioni artistiche. Nel pomeriggio si sono tenute le attività per i più piccoli, organizzate dal Dipartimento Educativo Ufficio Giovani, mentre durante la serata, dopo la sfilata dei bambini dei Talmud Torà, i canti di Yosi Anticoli, e quelli del coro dell’Angelo Sacerdoti, vari sono stati i personaggi che si sono susseguiti sul palco, in una serata condotta da David Parenzo.
“Siamo qui perché sappiamo che viviamo nel tempo dell’odio e dell’intolleranza. Siamo qui per lanciare un messaggio universale, questo popolo non si tocca, noi siamo Israele e chi tocca questo Stato tocca ognuno di noi”. Con queste parole il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha dato avvio alla festa e parole di solidarietà, amicizia e sostegno ad Israele sono venute anche dal sindaco di Roma Virginia Raggi, dal Presidente della Comunità Ruth Dureghello, dal Rabbino Capo Riccardo Di Segni, dall’Ambasciatore dello Stato di Israele Ofer Sachs, dal giornalista Giuliano Ferrara, dall’On. Vittorio Sgarbi e dall’attore Riccardo Rossi. Ma la festa non è stata solo discorsi, ma soprattutto musica.
Grande successo per la performance dei Maccabeats – il famoso gruppo musicale, esibitosi anche alla Casa Bianca e alla Knesset, venuto appositamente direttamente dagli Stati Uniti – che con un repertorio di canzoni ebraiche tradizionali, e cover originali – “Candlelight”, ispirata a Channukà, sulle note di “Dynamite”, e la loro versione, in ebraico, di “Despacito”, tra le altre – tutte eseguite rigorosamente ‘a Cappella’, ossia senza l’ausilio di alcuno strumento musicale, è riuscita senza dubbio ad entusiasmare il pubblico romano.
Infine su iniziativa dell’Acea il Portico d’Ottavia è stato illuminato e sono state proiettate, sui muri di alcuni palazzi, le immagini storiche della fondazione di Israele. Inoltre apertura speciale del Museo ebraico per la mostra fotografica ”The Promised Land. Verso Israele, il paese latte e miele”. E poi la presentazione del libro ‘Il Sionista Gentile’ di Carlo Giacobbe. Una festa quindi che ha offerto tanto a chiunque volesse in gioia festeggiare Israele.