L’incendio della scorsa settimana nel sito nucleare di Natanz ha causato “danni significativi” e “potrebbe rallentare la produzione di centrifughe utilizzate per arricchire l’uranio”. Lo ha confermato un portavoce dell’Agenzia iraniana per l’energia atomica. E ora i sospetti cadono su Israele. Il New York Times cita una fonte secondo cui l’incendio e’ il risultato di una “potente bomba” piazzata nel sito dai servizi Israele. Un membro dei pasdaran, dietro l’anonimato, ha confermato che si e’ trattato di una bomba. L’incidente e’ avvenuto giovedi’ in un magazzino in costruzione nel complesso situato nell’Iran centrale, ma non ha provocato vittime o inquinamento radioattivo, secondo l’ente nucleare della Repubblica islamica. ( “Non ci sono state vittime ma il danno e’ significativo a livello finanziario”, ha spiegato il portavoce Behrouz Kamalvandi in un’intervista pubblicata dall’agenzia stampa Irna. “A medio termine, questo incidente potrebbe rallentare lo sviluppo e la produzione” di centrifughe avanzate, ha aggiunto.
Natanz e’ uno dei principali impianti di arricchimento dell’uranio in Iran. “A Dio piacendo, e con uno sforzo costante … compenseremo questo rallentamento in modo che il sito ricostruito avra’ ancora piu’ capacita’ di prima”, ha assicurato Kamalvandi. L’Agenzia aveva in precedenza rilasciato una foto presumibilmente dal sito, che mostrava un edificio a un piano con un tetto danneggiato, pareti apparentemente annerite dal fuoco e porte che pendevano dai cardini come se fossero state espulse dall’interno. Il sospetto in Iran – scrive il Nyt – si e’ concentrato su Israele e Stati Uniti, che in passato avevano sabotato il programma nucleare e hanno sempre promesso di impedire a Teheran di sviluppare armi nucleari.
Non sarebbe la prima volta che Usa e Israele compiano attacchi informatici per danneggiare il programma nucleare iraniano, ma questa volta si sarebbe trattato di un esplosivo tradizionale.
Teheran ora teme di essere vittima di un’operazione di sabotaggio internazionale: dopo il terzo incidente in pochi giorni, il sospetto e’ legittimo. Sabato e’ scoppiato un incendio nel trasformatore di un impianto elettrico nella citta’ di Ahvaz nell’ovest del Paese; la scorsa settimana c’erano stati altri incidenti con un’esplosione in una industria di missili a Khojir e vicino a Teheran. Inoltre, sempre la settimana scorsa c’erano state l’esplosione di una bombola di ossigeno in un ospedale di Teheran e una fuga di gas cloro da un impianto chimico vicino alla costa del Golfo.
Su questi incidenti che qualcuno vorrebbe attribuire a Israele, si è espresso il ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz: “Non tutti gli incidenti che accadono in Iran hanno necessariamente a che fare con noi”. “Tutti questi sistemi sono complessi, hanno vincoli di sicurezza molto elevati e non sono sicuro che sappiano sempre come mantenerli”, ha dichiarato il ministro della Difesa alla Radio israeliana. Anche Mosca ha invitato a evitare qualunque conclusione affrettata su un’esplosione nel sito nucleare iraniano di Natanz. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri russo, Sergey Vershinin.”Queste cose devono essere considerate con molta attenzione. Penso che l’ultima cosa che si dovrebbe fare è lasciare correre l’immaginazione, questa è una questione molto seria”, ha detto Vershinin quando gli è stato chiesto di commentare le notizie sul possibile coinvolgimento di Israele nell’esplosione.