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    UN EBREO CONTRO TUTTI. MORTO HERB STEMPEL, ISPIRO’ FILM ‘QUIZ SHOW’, DENUNCIO’ TELEQUIZ TRUCCATI

    Herb Stempel, il concorrente star di “Twenty-One” della rete americana Nbc, che portò alla luce lo scandalo dei quiz televisivi truccati degli anni ’50, dopo essere stato ‘sconfitto’ da Charles Van Doren (1926-2019), è morto all’età di 93 anni. Stempel, interpretato dall’attore John Turturro nel film “Quiz Show” (1994), diretto da Robert Redford e ispirato dalla sua vicenda, è scomparso il 7 aprile, secondo quanto riferisce il “New York Times”, precisando che finora la notizia del decesso non era stata resa nota. La conferma è arrivata al giornale newyorchese dalla figliastra Bobra Fyne. Era nato come Herbert Milton Stempel il 9 dicembre 1926 a New York. Nel 1958 furoreggia il gioco televisivo “Twenty One”, una sorta di “Lascia o raddoppia” americano. L’eroe del momento è Herb Stampel, un ebreo originario del Bronx, che sembra imbattibile. Un improvviso calo dei telespettatori porta però i rappresentanti dello sponsor a richiedere la sua uscita del programma per cercare nuovo slancio. Così i responsabili del network Nbc ‘sostituiscono’ Stempel con un concorrente bello, ricco e famoso: si tratta di Charles Van Doren (interpretato nel film da Ralph Fiennes), professore della Columbia University, nella cui famiglia ci sono docenti e poeti illustri e un paio di premi Pulitzer. La produzione e lo sponsor (un colosso farmaceutico) sono d’accordo nel truccare il gioco. Van Doren in sostanza conosce prima domande e risposte e per molte settimane diventa popolare come Elvis Presley. Ma il perdente Stempel non si rassegna e denuncia a destra e a manca. Stempel, che ha rapidamente bruciato la sua vincita, non vedendo confermate le sue aspirazioni di carriera televisiva si rivolge al Grand Jury, denunciando Dan Enright ed Albert Freedman, i produttori che gli fornivano le risposte da dare nel quiz. 

    Con una strana procedura, la denuncia di Stempel viene però archiviata. Ma un ispettore del Congresso, Richard Goodwin (l’autore del libro che ha ispirato il film, “Remembering America”, interpretato da Rob Morrow) si insospettisce e comincia ad indagare. Nonostante l’affidabilità dell’unico accusatore sia ai minimi livelli, Goodwin intuisce che qualcosa di strano deve esserci, anche se il campione del momento, Charles Van Doren, è una persona colta ed amabile, tanto che gli diventa amico e vorrebbe salvarlo. Charles, che aveva accettato la situazione non certo di buon grado, non riesce ad essere disonesto a oltranza, così rende una commovente confessione davanti al Gran Giurì. Van Doren si accusa di fronte alla commissione dei fatti contestati, liberandosi la coscienza dal pesantissimo fardello. L’inchiesta quindi procede inchiodando i due produttori televisivi, che si accollano per intero le colpe dell’accaduto. Il presidente della Nbc e il titolare della ditta sponsorizzatrice ne escono puliti, senza che Goodwin riesca a portare alcuna prova a loro carico. Per altro Enright e Freedman, scontata la loro colpa, potranno contare sulla riconoscenza dei loro potenti datori di lavoro, che grazie a loro sono rimasti impuniti. (Pam/Adnkronos)

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