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    La Comunità ebraica di Roma celebra in streaming il Giorno dell’Indipendenza di Israele

    Celebriamo quest’anno il settantaduesimo anniversario della nascita dello stato di Israele. Settantadue anni pieni di sfide, molte delle quali orgogliosamente vinte, di progresso, di innovazione, di tanto, tanto, amore e tanta vita. L’unico stato ebraico al mondo per il quale abbiamo pregato per millenni, combattuto per la fondazione e per il diritto all’esistenza e per il quale continuiamo a combattere e a difendere ogni giorno. Anche se non possiamo essere fisicamente insieme, questo virus ci ha dimostrato, però, che possiamo essere ancora più uniti e ancora più forti nel condividere le nostre battaglie. Auguro veramente di cuore, a tutti voi, alle vostre famiglie, Hag HaAtmzaut Sameach.”

    Questo il messaggio augurale del presidente CER, Ruth Dureghello, mandato in onda durante la cerimonia di “Yom HaAtzmaut”, il giorno d’indipendenza d’Israele, organizzata dalla Comunità Ebraica di Roma in live-streaming su facebook. Il discorso di inaugurazione di Israele, di David Ben Gurion, ha aperto i festeggiamenti, per poi lasciare la parola all’ambasciatore d’Israele in Italia, Dror Eydar, che ha recitato “Avinu Shebashamaim”, la preghiera per lo stato d’Israele. Poi, le celebrazioni si sono spostate al Tempio Maggiore di Roma, alla presenza del Caporabbino, Rav Riccardo Di Segni, e di Rav Alberto Funaro, che hanno recitato delle preghiere e suonato lo Shofar. Dopo “Anì Ma’amim”, ha preso la parola Rav Riccardo Di Segni:” […] questa sera, prima di ascoltare le note dell’Hatikvà, abbiamo ascoltato l’Anì Ma’amim, che indica la speranza antica, presente e futura del popolo d’Israele. Questa speranza ha cominciato finalmente a realizzarsi, in qualche modo, settantadue anni fa, con la fondazione dello stato d’Israele. Un evento nel quale nessuno avrebbe creduto negli anni più tragici della Shoah, un evento per il quale il popolo ebraico si è preparato con un’attesa incredibile per diciannove secoli. Quest’evento si è realizzato e noi siamo qui a celebrarlo con la dovuta gioia, anche se si tratta di momenti di un anno molto particolare. Non c’è la folla, non c’è la folla da nessuna parte neppure nello stato di Israele, ciascuno a casa sua, ma ciascuno con gioia pensando a questo momento […].”

    In chiusura è stato cantato l’inno di Israele, l’Hatikvà, successivamente interpretata in un video dai ragazzi della scuola ebraica “Vittorio Polacco”.

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