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    «Gentile ministra Azzolina, non ci tolga l’ultimo giorno di scuola: rispetteremo le regole»

    Chi ha detto che i ragazzi non amano la scuola? Il sito del Corriere della Sera ha pubblicato un vero e proprio accorato appella, rivolto al Ministro della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina, perché consenta almeno per un giorno solo il rientro a scuola a tutti gli studenti dell’ultimo anno concludendo in aula l’esame finale.

    L’invito ad offrire ai giovani studenti la possibilità di vivere appieno, con emozione apprensione ma anche con gioia, il loro ultimo giorno di scuola in una esperienza che rimarrà per sempre nella loro memoria, viene da una studentessa della III A della scuola media ebraica ‘Angelo Sacerdoti’ di Roma.

    “In questi giorni – scrive la studentessa – era previsto che io e i miei compagni fossimo al campo scuola, l’ultimo campo al quale avrei partecipato come studentessa della scuola media. L’annullamento della partenza è stato un grande dolore. Ma non sono triste solo per questo. È una grande sofferenza per me non poter completare la terza media con i miei compagni, vivere l’ansia per gli esami, andare al ballo di fine anno e tante altre cose. 

    Tuttavia la quarantena che sto vivendo non è priva di aspetti positivi. Mi fa pensare molto. Ai miei amici, alla mia famiglia, al mio futuro, alla mia vita quotidiana e mi sono resa conto che una delle poche cose che ho svolto con costanza nella mia vita è stata la frequentazione della scuola. 

    La scuola viene concepita da molti studenti come un obbligo, costrizione, sette ore al giorno seduti a sentire un professore che parla. Invece io in questo periodo ho capito bene che la scuola non è solamente un luogo in cui ci vengono impartiti insegnamenti, ma è anche un posto dove impariamo ad affrontare le prime difficoltà e gettare le basi per la nostra vita futura. 

    Tra le quattro mura che spesso ci incutono timore noi impariamo a relazionarci con innumerevoli persone con caratteri differenti e che potrebbero essere fondamentali per il nostro futuro, impariamo come gestire situazioni complicate, impariamo il significato dell’essere responsabili, ossia sapersi prendere le proprie colpe e meriti, impariamo ad aiutare chi è in difficoltà e molto altro. 

    Ora credo che vivrò il futuro in modo migliore perché ho appreso l’importanza della vita e di come cambi, letteralmente, da un giorno all’altro, perché quel 4 Marzo non avrei mai immaginato che non sarei tornata a scuola per finire le medie e non avrei mai pensato di non poter rivedere i miei amici per due mesi.

    Spesso ci viene detto, ed io lo riconosco, che siamo fortunati ad avere la tecnologia che ci aiuta ad avere rapporti fra noi: ma ciò che ci manca veramente è il vederci, toccarci e abbracciarci, perciò penso che una delle prime cose che farò quando saranno finite tutte le restrizioni di questo virus sarà abbracciare tutti i miei amici e dire loro quanto mi sono mancati.

    Ciò detto, Signora Ministra, ecco il regalo che volevo chiederle per me e per tutti i miei compagni: permetta di aprire le scuole anche per una sola giornata, imponendoci tutte le precauzioni da lei ritenute necessarie per consentire a chi finisce le Medie, il Liceo e anche le Elementari di vivere insieme l’ultimo giorno”.

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