Stanley Cohen, biochimico statunitense che – insieme a Rita Levi Montalcini – fu insignito nel 1986 del premio Nobel per la fisiologia e la medicina, si è spento a Nashville il 5 febbraio scorso: aveva 97 anni. A darne l’annuncio è stata l’Università di Vandebilt di Nashville, Tennessee, ateneo di cui era professore emerito sin dal 1999.
Nato a Brooklyn nel novembre del 1922 da una famiglia di ebrei immigrati – il padre, Louis, faceva il sarto – Cohen si laurea nel 1943 al Brooklyn College , dove si specializza in chimica e biologia . Dopo aver lavorato come batteriologo presso un impianto di lavorazione del latte al solo fine di sbarcare il lunario, consegue il Master in zoologia presso l’ Oberlin College nel 1945, quindi consegue il dottorato di ricerca presso il dipartimento di biochimica dell’Università del Michigan nel 1948.
Dal 1952 si dedica, presso la Washington University, dove era professore, a esperimenti sulla biochimica della crescita cellulare. L’anno seguente inizia la sua collaborazione con Rita Levi Montalcini – di cui era allievo – alla Washington University di St. Louis e già nel 1953 i due scienziati riescono a isolare il fattore di crescita delle fibre nervose (Nerve growth factor, in sigla Ngf), proteina che riveste un ruolo centrale nello sviluppo del sistema nervoso dei vertebrati. Ed è proprio grazie al lavoro di Levi-Montalcini e Cohen che è stato possibile comprendere i processi che indirizzano e regolano la crescita degli assoni, le strutture attraverso le quali sono trasmessi i segnali nervosi. A distanza di quasi 70 anni, la loro scoperta è ancora oggi al centro di numerose ricerche volte a individuare cure adeguate per malattie come la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), l’Alzheimer e il cancro. Sempre insieme a Rita levi Montalcini, Cohen riceve nel 1983 il premio Louisa Gross Horwitz dalla Columbia University e la National Medal of Science nel 1986.
I. Va.