
Le imprese tecnologiche israeliane stanno assumendo un numero sempre maggiore di professionisti europei, in particolare in Francia, Spagna e Germania, paesi chiave per l’innovazione nel continente. Seguono Polonia, Romania e Repubblica Ceca, apprezzate per la loro competitività e per la presenza di ottimi centri ingegneristici.
Il numero di impiegati assunti da aziende israeliane tra il 2022 ed il 2025, nonostante le tensioni politiche, ha continuato ad aumentare ad un ritmo medio annuo di circa 4,8%. Oggi sono oltre 30.000 i lavoratori europei impiegati da società israeliane. Circa il 40% di essi opera nei dipartimenti di ricerca e sviluppo, seguiti dai settori delle vendite e del servizio clienti.
Questo dati emergono da uno studio realizzato da EIT hub Israel, in collaborazione con il fondo di venture capital Planven e KPMG.
La sanità, l’intelligenza artificiale e il machine learning figurano tra i settori di maggior interesse per le imprese israeliane, insieme ad ambiti tecnologi in crescita come fintech e cloud learning.
Eden Dvir-Zano, managing director di EIT hub Israel, ha spiegato che l’Europa viene percepita come un mercato complementare e non sostitutivo a quello statunitense.
Secondo lo studio, il continente europeo offre numerosi vantaggi alle imprese israeliane, tra cui la vicinanza geografica, gli incentivi per la ricerca e lo sviluppo, oltre all’accesso ai finanziamenti pubblici europei. E alla luce delle esigenze dell’Unione Europea soprattutto nei campi dell’innovazione e della difesa, la presenza delle imprese israeliane in Europa sembra destinata ad aumentare.













