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    EUROPA

    Il Regno Unito prepara un Iron Dome per difendersi da missili e droni russi

    Il Regno Unito sta lavorando alla realizzazione di un sistema di difesa aerea e missilistica ispirato all’Iron Dome israeliano, pensato per intercettare missili e droni russi e proteggere città e infrastrutture critiche sul territorio nazionale. A rivelarlo è stato il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Sir Richard Knighton, intervenendo ai microfoni di LBC radio.
    “Lo chiamiamo integrated air and missile defence. Per trent’anni non abbiamo affrontato una minaccia aerea di questo tipo, ma oggi la situazione è cambiata” ha spiegato Knighton. Secondo il vertice militare britannico, la guerra in Ucraina ha dimostrato in modo inequivocabile la capacità e la volontà della Russia di utilizzare missili balistici, missili da crociera e droni in maniera sistematica, rendendo necessario un profondo ripensamento delle difese del Regno Unito.
    L’obiettivo è quello di costruire uno scudo capace di proteggere i centri urbani più importanti e le infrastrutture strategiche, colmando un vuoto che per decenni è stato considerato secondario nella pianificazione militare britannica. Knighton ha sottolineato come Londra debba rafforzare la copertura radar, migliorare le capacità di intercettazione aerea e sviluppare strumenti più efficaci per contrastare droni e missili a bassa quota, ormai centrali nei conflitti contemporanei.
    Il Capo di Stato Maggiore non ha nascosto il ritardo accumulato dal Regno Unito rispetto a Paesi come Israele e gli Stati Uniti, che da anni investono in sistemi avanzati di difesa multilivello come l’Iron Dome. All’interno della NATO, ha aggiunto, la difesa integrata contro minacce aeree e missilistiche rappresenta oggi una delle più gravi lacune dell’Alleanza.
    Il progetto britannico, soprannominato “Super Dome”, non sarà una semplice copia del modello israeliano, ma un sistema adattato alle esigenze e alle caratteristiche del territorio del Regno Unito. Secondo quanto emerso, dovrebbe integrare aerei da combattimento, unità terrestri dotate di sistemi di difesa a corto raggio e nuove soluzioni tecnologiche basate anche sull’impiego di droni difensivi. Particolare attenzione viene riservata al rischio rappresentato da droni russi lanciati dall’interno del Paese, magari da sabotatori o forze speciali, uno scenario che renderebbe più complessa l’individuazione e la neutralizzazione della minaccia.
    L’annuncio quindi segna un cambio di paradigma nella strategia di difesa britannica, storicamente orientata più alla proiezione militare all’estero che alla protezione diretta del territorio nazionale. Oggi, però, lo scenario è mutato: la minaccia è tornata a manifestarsi nei cieli europei e Londra intende farsi trovare pronta, dotandosi di uno scudo capace di rispondere alle nuove forme della guerra moderna.

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