
Alla fiera libraria “Più libri più liberi 2025” è stato presentato il volume “Le confraternite ebraiche di Roma” (Gangemi) curato da Silvia Haia Antonucci e Keren Perugia. Un lavoro che unisce memoria, storia e responsabilità sociale, in perfetta sintonia con il tema dell’edizione, Ragioni e sentimenti. Nell’ebraismo, infatti, l’assistenza non è carità occasionale, ma Zedakà, un dovere di giustizia che fonde emozione e struttura comunitaria.
Le confraternite del Ghetto di Roma rappresentano da secoli questo equilibrio: luoghi di soccorso, istruzione e supporto quotidiano, capaci di sostenere la comunità nelle condizioni più difficili. Il libro nasce da un importante lavoro di riordino archivistico che ha riportato alla luce materiali inediti e ha permesso di ricostruire il passaggio da queste antiche realtà alle moderne istituzioni assistenziali.
Dopo i saluti dell’Assessore alla Cultura della Comunità Ebraica di Roma Giacomo Moscati sono intervenuti Claudio Procaccia, con un quadro storico dell’evoluzione comunitaria tra Ottocento e Novecento; Rav Jacov Di Segni, che ha approfondito il significato religioso della Zedakà; Silvia Haia Antonucci, che ha illustrato il valore delle fonti archivistiche; Keren Perugia, che ha raccontato il riordino dei fondi di sei confraternite del Ghetto. L’evento è stato moderato da Ruben Spizzichino, responsabile dell’ufficio stampa della Comunità Ebraica di Roma. Un libro che restituisce la memoria, portando alla luce la storia della Comunità Ebraica di Roma offrendo nuove chiavi di lettura per il presente.













