
Gli scienziati dell’Istituto di ricerca Galilee MIGAL, del Tel-Hai College e del Technion hanno scoperto una molecola di origine vegetale (acido ferulico) che può combattere efficacemente funghi patogeni. Il composto, mostrato in laboratorio, interferisce con la produzione di steroli fungini e potenzia l’efficacia dei farmaci antifungini esistenti, aprendo la strada a trattamenti più ecologici. A riportare la notizia Ynet News.
La ricerca, guidata dal Dr Ofri Levi (MIGAL / Tel-Hai) e Prof. Benny Horwitz (Technion), è stata pubblicata su mBio, una rivista dell’American Society for Microbiology. I ricercatori sottolineano che i funghi patogeni rappresentano una minaccia grave sia per la salute umana sia per l’agricoltura: negli esseri umani, le infezioni fungine invasive possono essere fatali, soprattutto in soggetti immunocompromessi; nel mondo agricolo, i funghi distruggono tra il 10 e il 20% dei raccolti globali ogni anno, nonostante l’uso di pesticidi.
Un problema nello sviluppo di farmaci antifungini è che le cellule fungine sono molto simili a quelle umane: per evitare effetti collaterali, i trattamenti devono colpire meccanismi specifici dei funghi. Il percorso scelto da questi ricercatori è quello della biosintesi dell’ergosterolo, un componente della membrana fungina analogo al colesterolo negli esseri umani. Usando strumenti molecolari avanzati (fra cui CRISPRi), il team ha dimostrato che l’acido ferulico ostacola la produzione di ergosterolo nei funghi, esercitando un’azione antifungina. Inoltre, usato insieme al fluconazolo (un antifungino molto diffuso), supera ceppi di Candida albicans che avevano sviluppato resistenza clinica al farmaco.
L’impatto sulla agricoltura è altrettanto rilevante: in esperimenti su piante di mais infettate da funghi patogeni, l’acido ferulico ha ridotto drasticamente i danni alle colture. Ciò suggerisce una possibile alternativa sostenibile e meno tossica rispetto ai pesticidi chimici tradizionali. Secondo i ricercatori, questa scoperta ha doppia valenza: l’acido ferulico potrebbe essere la base per nuovi trattamenti antifungini nell’uomo, ma anche per soluzioni agricole “verdi” che riducano l’uso di sostanze chimiche dannose. Infine, il gruppo di studi ha ottenuto un finanziamento dalla Israel Science Foundation e dalla Helmsley Charitable Trust per continuare lo sviluppo di questi composti naturali.













