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    Cultura

    Lo sguardo vagabondo di Denise Bellon in mostra a Parigi al MahJ

    Il Musée d’art et d’histoire du Judaïsme – MahJ di Parigi ospita, fino all’8 marzo 2026, la mostra “Denise Bellon. Un renard vagabond”, prima retrospettiva parigina dedicata all’opera della straordinaria fotograf­a. Con circa 300 fotografie, lettere, oggetti e pubblicazioni, le sale espositive ripercorrono l’itinerario creativo dell’artista dagli anni ’30 agli anni ’70 del secolo scorso.

    Nata a Parigi nel 1902 in una famiglia ebraica originaria dell’Alsazia e della Germania, Denise Hulmann, poi Bellon, si forma nel mondo della fotografia in un contesto di grande fermento artistico e culturale. La carriera di Denis Bellon prende avvio con la prestigiosa collaborazione con l’agenzia Alliance‑Photo, la prima agenzia fotografica attiva tra le due guerre mondiali, mettendosi alla prova in reportage, fotografie documentarie e pratiche più sperimentali. Nel 1940 sposa Armand Labin, giornalista ebreo di origine rumena che si unisce alla Resistenza. Durante la Seconda Guerra Mondiale lavora a Lione sotto pseudonimo, realizzando fotografie che documentano la vita in città durante l’occupazione.

    Sport / Gymnastique.
    Femmes pratiquant la gymnastique avec une balle, sur le toit de l’institut “Corposano” à Paris.
    Denise Bellon (1902–1999).

    La fotografa realizza immagini con molte sfaccettature: dal reportage sociale, al ritratto, al collegamento con il movimento surrealista, coprendo le esposizioni curate da André Breton tra il 1938 e il 1965. Denise Bellon muore nel 1999, lasciando un corpus fotografico vasto, fino ad oggi poco noto al grande pubblico.

    Il titolo della mostra “Uno sguardo vagabondo” descrive molto bene le qualità dello sguardo fotografico della Bellon: mobile, curioso, sempre alla ricerca dell’“altrove” e del “vicino” insolito. L’allestimento si articola intorno a tre grandi temi: l’esplorazione del mondo, in cui sono compresi i reportage nei Balcani, in Finlandia, Africa occidentale, Tunisia e in particolare a Djerba, a testimonianza di un cammino internazionale che va oltre lo scatto fine a se stesso;  la dimensione storica e civile, con le fotografie scattate sotto occupazione, i reportage fatti alla Maison des Éclaireurs Israélites di Moissac per i bambini ebrei sopravvissuti alla Shoah e infine l’avvicinamento alle avanguardie artistiche, in cui Denise Bellon fotografa le mostre surrealiste e porta lo sguardo del reportage in ambiti più sperimentali, mostrando la sua versatilità e indipendenza.

    Maroc / 20e siècle
    Le port et la ville de Casablanca au Maroc.
    (Ville du centre-ouest du Maroc, qui était à l’époque encore sous Protectorat Français).
    Toboggan et plongeoir de la piscine municipale de Casablanca.
    Photo (Denise Bellon), 1936.

    Il MahJ con questa mostra, curata da Eric Le Roy e Nicolas Feuillie, si propone come già in passato di riflettere sul ruolo dell’immagine come testimonianza, sulla fotografia come atto di memoria in particolare nel contesto della storia ebraica e delle comunità che Denise Bellon ha documentato con uno sguardo vagabondo sul mondo, come altri fotografi ebrei dell’epoca e della sua generazione, come Lore Krüger, Gerda Taro, Denise Colomb o Gisèle Freund. Un corposo catalogo della mostra, co-pubblicato dal MahJ e dalle edizioni Delpire, è in vendita al bookshop del Museo.

    Aéronautique / Parachute.
    Sauts en parachute de la tour Eiffel à Paris lors de l’Exposition Internationale de 1937.
    Denise Bellon (1902–1999). De la série : Exposition de 1937.

     

    Foto: Denise Bellon / akg-images

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