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    ISRAELE

    A 101 anni inaugura la sua prima mostra: la storia del sopravvissuto alla Shoah Bezalel Katz

    Aveva un sogno: condividere pubblicamente ciò che per decenni aveva creato. Oggi, a 101 anni, il sopravvissuto alla Shoah e prolifico pittore, Bezalel (Salik) Katz, è finalmente riuscito a realizzare il suo desiderio, presentando la sua prima mostra personale.
    Nato nell’Europa orientale, Katz combatté nell’Armata Rossa durante la Seconda guerra mondiale. Dichiarato morto nel campo di battaglia, fu portato all’obitorio. Qui un medico notò un impercettibile segno di vita e lo rianimò. Quando miracolosamente si riprese, venne a conoscenza di una terribile realtà: tutta la sua famiglia era stata sterminata nella Shoah. Rimasto solo, scelse di ricostruire la sua vita. E di dipingere.

    Da allora, Katz non ha più smesso. Migliaia di dipinti, la maggior parte dei quali ritratti e paesaggi, raccontano il suo lungo viaggio dall’Europa in tempo di guerra fino a Israele oggi.
    Attraverso l’iniziativa “Survivors’ Wishes”, gestita da Ezri Mizion in collaborazione con il Ministero degli Affari Sociali e della Previdenza Sociale, quel sogno si è avverato: è stata allestita presso l’Harmony Center di Gerusalemme “Flying in Time”, la sua prima esposizione.
    “Dopo così tanti anni in Israele, sono profondamente felice che le persone possano finalmente vedere le opere a cui ho dedicato tutto me stesso fin dai tempi in Unione Sovietica. – ha detto Katz – Questi dipinti raccontano la storia della mia vita fino a oggi. L’ultimo l’ho terminato appena due settimane fa nella mia stanza nella Casa di cura. Se dovessi scegliere il preferito, direi ‘Neve a Gerusalemme’: la tela occupa un posto speciale nel mio cuore, mi ricorda un periodo meraviglioso della mia vita e il mio amore per questa città”.

    Per Naomi Mizrachi, direttrice del progetto ‘Survivors’ Wishes,’ il processo, concluso con l’allestimento della mostra, è stato uno dei più significativi: “Trovare una sede, raccogliere e selezionare opere sparse in diversi luoghi, comprendere il contesto di ogni opera e superare le lacune linguistiche, sono state solo alcune delle sfide. – ha affermato – Ma percepire l’entusiasmo di Salik, quando ha visto i suoi dipinti esposti, ha ripagato ogni sforzo. Aiutare i sopravvissuti alla Shoah a realizzare i loro sogni è un profondo privilegio”.
    Anche Chama Yisraeli Sheyesser, direttrice dei servizi di accoglienza per anziani presso il Ministero del Welfare, ha sottolineato che non si tratta di una semplice mostra, “è un profondo riconoscimento della loro umanità e del loro diritto all’ espressione, anche in età avanzata. Il momento in cui un sopravvissuto realizza un sogno custodito per anni e vedi la gioia e il sorriso sul suo volto, è qualcosa che non si dimentica”.

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