
L’esercito israeliano ha diffuso lunedì una serie di documenti che, secondo quanto affermato, evidenzierebbe i rapporti strutturati tra Hamas, l’Iran e alcuni enti, tra cui l’UNRWA e Al Jazeera. Il materiale includerebbe inoltre istruzioni destinate ai miliziani per favorire la strategia del conflitto all’interno dei centri abitati e aggravare la sofferenza della popolazione civile.
Tra i documenti diffusi figura una lista di dipendenti di UNRWA confrontata con un elenco di membri delle Brigate Izzadin al-Qassam. Gli stessi nominativi sarebbero presenti in entrambi i registri, con doppia identificazione: civile e militare. Si tratterebbe di insegnanti, presidi, consulenti scolastici e operatori sanitari, in alcuni casi regolarmente stipendiati dall’agenzia ONU pur rivestendo ruoli nell’organizzazione terroristica.
L’IDF ha inoltre mostrato estratti di un manuale militare che incoraggerebbe i combattenti a utilizzare edifici civili come scudi difensivi, indicandoli come “il miglior ostacolo per proteggere la resistenza”. Una pianificazione logistica della Brigata Sud di Khan Yunis del 2020 citerebbe esplicitamente scuole UNRWA come luoghi di incontro e approvvigionamento di Hamas. Il direttore delle operazioni di UNRWA a Gaza, Ashraf Mahd, compare in alcune fotografie presentate dall’IDF come esempio di “indottrinamento” dei giovani alla causa di Hamas.
Un altro nucleo di documenti riguarderebbe la collaborazione tra l’emittente qatariota Al Jazeera e gruppi terroristici attivi a Gaza. L’IDF fa riferimento a elenchi del personale, rubriche telefoniche e registri salariali in cui comparirebbero almeno quindici giornalisti identificati anche come membri di Hamas o della Jihad Islamica. Tra questi, figura Ismail Al-Ghoul, che secondo Israele avrebbe preso parte all’attacco del 7 ottobre. Hamas avrebbe inoltre imposto direttive editoriali all’emittente. Nel 2022, Al Jazeera sarebbe stata istruita a non attribuire all’organizzazione il fallimento di un lancio di razzi a Jabaliya che causò vittime civili. Indicazioni simili sarebbero presenti in documenti successivi, volti a “sostenere la resistenza” ed evitare critiche. Nel 2023, Hamas avrebbe persino predisposto una “linea telefonica Al Jazeera”, un canale di comunicazione diretto e riservato con la redazione.
Ma tra i materiali pubblicati, quello che spicca è un appunto del leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, datato agosto 2022. Nel documento, utilizzato dall’IDF come prova di un ruolo centrale nella pianificazione dell’attacco del 7 ottobre, Sinwar descriverebbe strategie di invasione e la necessità di immagini cruente da diffondere per incitare la violenza in Cisgiordania e spaventare la popolazione israeliana.
L’IDF sostiene inoltre di aver rinvenuto all’interno della Striscia di Gaza documenti che confermerebbero il sostegno economico iraniano ai miliziani e alle famiglie dei combattenti uccisi. Vi sarebbero inoltre riferimenti a una stretta cooperazione operativa: addestramento, forniture d’armi, scambio di competenze militari. Ulteriori note riporterebbero il progetto di un’alleanza a quattro con Iran, Hezbollah e Siria per lanciare un attacco coordinato contro Israele, finalizzato, secondo la retorica del documento, alla “liberazione di Gerusalemme”.
Infine, un ultimo dossier, intitolato Hamas–Humanitarian Aid Intelligence Resources, riguarda l’appropriazione di aiuti destinati ai civili. L’IDF descrive depositi sotterranei in cui i miliziani conservano generi alimentari e provviste sottratte all’assistenza internazionale, mentre la popolazione affronta carenze croniche. Fotografie trovate nei tunnel mostrerebbero miliziani accanto a scorte di cibo, farine, carne e ortaggi, accatastati vicino ad armi e munizioni.













