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    ISRAELE

    Israele accoglie i 20 ostaggi liberati

    Anche i 13 ostaggi israeliani liberati in tarda mattinata da Hamas sono atterrati in Israele a bordo di elicotteri dell’Aeronautica militare. Ad accoglierli, all’arrivo, medici, psicologi e soprattutto i loro familiari. Il convoglio è partito dalla base di Re’im, al confine con Gaza, per raggiungere diversi ospedali nel centro del Paese, dove inizieranno un delicato percorso di riabilitazione fisica e psicologica.

    “Non dimentichiamo neanche per un momento coloro che non sono ancora tornati. Non ci fermeremo finché tutti rientreranno a casa o avranno una degna sepoltura in Israele,” ha dichiarato il portavoce dell’IDF, brigadiere generale Effie Defrin, sollecitando Hamas a rispettare integralmente gli impegni previsti dall’accordo di tregua.

    Parallelamente alla liberazione degli ostaggi vivi, Hamas ha annunciato la consegna alla Croce Rossa dei corpi di quattro ostaggi uccisi: Guy Illouz, rapito al Nova Festival e morto per mancanza di cure; Yossi Sharabi, rapito da Kibbutz Be’eri; Bipin Joshi, studente nepalese; e il capitano Daniel Perez, ufficiale della Brigata Corazzata 7, caduto in combattimento il 7 ottobre 2023. Ostaggi liberati, Israele li accoglie negli ospedali: “Non ci fermeremo finché tutti torneranno a casa”Il Forum delle Famiglie degli Ostaggi ha denunciato come “una grave violazione dell’accordo” il fatto che siano state restituite solo quattro salme su ventotto. “Ci aspettiamo che il governo israeliano e i mediatori agiscano immediatamente per rimediare a questa ingiustizia,” ha dichiarato il Forum in una nota.

    Mentre cresce l’attesa per il ritorno dei corpi ancora trattenuti da Hamas, gli ex ostaggi hanno potuto finalmente riabbracciare i loro cari. Tra i momenti più toccanti della giornata, quello di Alon Ohel, musicista rapito il 7 ottobre 2023, che appena arrivato al Beilinson Hospital di Tel Aviv si è seduto al pianoforte per la prima volta dopo due anni di prigionia. “Alon non sa quasi nulla di ciò che è accaduto in questi due anni. Lo accompagneremo passo dopo passo,” ha raccontato la madre, Idit Ohel, visibilmente commossa.

    Commovente anche l’abbraccio tra Bar Kuperstein e il padre Tal, che ha trascorso due anni a riabilitarsi dopo un ictus per poter parlare di nuovo al figlio. “È stato un viaggio impossibile, ma non ci siamo mai arresi. Ora è tempo di guarire,” ha dichiarato la famiglia.

    In un messaggio pubblicato su X, il presidente israeliano Isaac Herzog ha ricordato: “Con il ritorno dei nostri ostaggi non dimentichiamo le famiglie in lutto. Non ci fermeremo finché ogni dubbio sarà chiarito e ogni famiglia troverà pace.”

    Le autorità israeliane hanno ribadito l’impegno a proseguire le trattative per la restituzione dei corpi dei restanti ostaggi e la liberazione di tutti i dispersi.

    Mentre la Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv si riempie di bandiere, candele e fotografie, Israele vive una giornata segnata da emozioni contrastanti: la gioia per i venti ostaggi tornati a casa e per le quattro salme in rientro nelle prossime ore, ma anche il dolore per i ventiquattro ancora trattenuti nella Striscia di Gaza.

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