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    ROMA EBRAICA

    La gioia della Roma ebraica per il rilascio dei rapiti. Fadlun: “Si chiude un cerchio, ma c’è da lavorare sul contrasto all’antisemitismo”

    Una giornata dalle forti emozioni ha attraversato la Comunità Ebraica di Roma, che ha accolto con gioia il ritorno degli ostaggi israeliani dopo oltre due anni di prigionia nelle mani di Hamas. Le foto dei rapiti, appese da ottobre 2023 sul muro della scuola, sono state tolte con parziale sollievo: grande è stata la felicità per il ritorno a casa dei venti sopravvissuti, ma il pensiero è andato anche a chi non ce l’ha fatta.
    “Finalmente tornano a casa. Ora l’accordo venga rispettato” ha dichiarato Victor Fadlun, Presidente della Comunità Ebraica di Roma, nel corso della cerimonia di rimozione del grande manifesto con i volti degli ostaggi, in via Elio Toaff, nel cuore del quartiere ebraico.
    Tra applausi, bandiere israeliane, musica, preghiere e parole cariche di ricordo e dolore, la comunità ha espresso un misto di conforto per chi torna e cordoglio per chi non tornerà più. “In questi due anni in sinagoga abbiamo pregato nella speranza che tornassero a casa e che finisse la guerra”. Tuttavia, il rilascio degli ostaggi non è un trionfo assoluto: “Ora bisogna lavorare contro l’antisemitismo — ha aggiunto Fadlun — perché in questi due anni abbiamo visto un ribaltamento dei valori e una grande recrudescenza di questo fenomeno”.

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