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    ISRAELE

    Israele accoglie i primi liberati. Trump: “Un grande giorno”

    Tutti gli ostaggi israeliani ancora vivi nelle mani di Hamas sono stati consegnati alla Croce Rossa, come riporta la stampa israeliana. Si tratta degli ultimi 13 sopravvissuti, tenuti prigionieri nel sud della Striscia di Gaza, dopo i primi 7 liberati questa mattina. Secondo le stesse fonti, i corpi di altri 28 ostaggi, uccisi durante la prigionia, dovrebbero essere trasferiti in Israele nel corso della giornata.
    L’IDF ha diffuso le immagini che mostrano il momento in cui i sette ostaggi liberati nelle prime ore della giornata — Matan Angrest, i fratelli Gali e Ziv Berman, Alon Ohel, Eitan Mor, Omri Miran e Guy Gilboa-Dalal — hanno attraversato il confine e sono ufficialmente tornati in Israele, dopo essere stati consegnati dalla Croce Rossa a Gaza City. I sette sono stati trasferiti in un centro militare nei pressi di Re’im per i controlli medici e psicologici iniziali e per riabbracciare le famiglie. Le riprese diffuse dai media arabi mostrano i minuti immediatamente successivi alla consegna: veicoli della Croce Rossa lasciano l’area insieme a mezzi di Hamas, mentre uomini armati della fazione islamista in uniforme presidiano la zona. Lo scambio è avvenuto in un complesso chiuso, senza accesso a pubblico o giornalisti.
    Mentre cresce l’attesa per l’arrivo degli altri 13 ostaggi, numerose famiglie israeliane hanno ricevuto le prime videochiamate dai propri cari: il primo contatto diretto in quasi due anni.
    Avishai David, padre di Evyatar David, ha raccontato a Channel 12: “Stiamo aspettando di abbracciarlo, annusarlo, respirarlo. È un miracolo”. Avi Ohana, padre di Yosef Haim Ohana, ha descritto il momento con emozione: “Sorriso bellissimo, come due anni fa. Tutti lo aspettano”. Con la voce rotta dalla commozione, Tami Braslavski, madre di Rom Braslavski, ha detto: “Lo abbiamo visto e siamo esplosi di gioia. Abbiamo aspettato così tanto tempo. Mi ha detto: Mamma, non preoccuparti, quel che sarà sarà”.
    Anche le famiglie di Bar Kuperstein, Elkana Bohbot, Nimrod Cohen, dei fratelli David e Ariel Cunio e di Matan Zangauker hanno ricevuto telefonate dai loro cari. Altre famiglie, i cui figli risultano ancora vivi ma non compresi nell’ultima lista di rilascio, attendono ancora un contatto.
    Parallelamente, le autorità israeliane si stanno preparando a rilasciare 250 prigionieri palestinesi condannati per gravi atti di terrorismo, come parte dell’accordo che ha portato alla liberazione degli ostaggi. All’esterno del carcere di Ofer sono comparsi cartelli con la scritta: “Chi minaccia un diluvio, viene sommerso e cancellato”, un riferimento diretto all’“Alluvione di Al-Aqsa”, nome dato da Hamas al massacro del 7 ottobre 2023. Oltre ai 250 prigionieri con condanne all’ergastolo per attentati mortali, 1.718 detenuti gazawi arrestati durante la guerra saranno rilasciati dal carcere di Ketziot e ricondotti nella Striscia. I detenuti di Ofer verranno trasferiti attraverso il checkpoint di Beitunia, nei pressi di Ramallah. Sette detenuti provenienti da Gerusalemme Est saranno invece riaccompagnati nelle proprie abitazioni, mentre altri sette saranno deportati all’estero, secondo fonti palestinesi. Le famiglie dei prigionieri sono state convocate questa mattina presso il quartier generale di polizia nella Russian Compound a Gerusalemme e avvertite di non organizzare festeggiamenti.
    Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è atterrato all’aeroporto Ben Gurion, accolto dal premier Benjamin Netanyahu e dal presidente Isaac Herzog.

    In un gesto fuori protocollo, Trump ha invitato Netanyahu e la moglie Sara a salire a bordo dell’auto presidenziale blindata “The Beast”, con cui si è diretto alla Knesset per un incontro con le famiglie degli ostaggi e un discorso ufficiale. Camminando sul tappeto rosso, Trump ha detto a Herzog e Netanyahu: “È un grande giorno. Forse il vostro migliore”. Netanyahu ha risposto: “Questa è storia”.
    Yehiel Leiter, ambasciatore d’Israele a Washington, ha raccontato che Trump gli ha detto: “Sai che tuo figlio ti guarda da lassù con un sorriso, vero?”. Leiter ha scritto su X: “Il mio cuore è esploso”. Suo figlio, il maggiore Moshe Yedidia Leiter, era stato ucciso in combattimento nella Striscia di Gaza nel 2023. L’ambasciatore statunitense Mike Huckabee ha dichiarato di aver ringraziato Netanyahu per la sua “leadership incrollabile” che — secondo lui — è stata determinante per la fine della guerra e la liberazione degli ostaggi.

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