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    ROMA EBRAICA

    La storia della sinagoga in miniatura di Plinio Fernando, opera d’arte da vent’anni al Tempio Maggiore

    Alla Giornata Europea della Cultura Ebraica del 2004 il Tempio Maggiore di Roma ha accolto un’opera speciale: una sinagoga in miniatura realizzata da Plinio Fernando. Un lavoro frutto di mesi di impegno, dove arte e spiritualità si sono intrecciate. Per l’artista è stato un riconoscimento straordinario, che ha paragonato alla vittoria di un’“Oscar”, come ha raccontato nella sua intervista a Shalom.

    Quanto tempo ha richiesto la realizzazione della sinagoga in miniatura?
    Cinque mesi. È stato un lavoro paziente, fatto pezzo per pezzo. Prima i disegni, poi le fotografie di riferimento, e infine la costruzione vera e propria. Ogni fase era necessaria per arrivare a un risultato fedele e suggestivo.

    Quali materiali ha scelto?
    Ho usato oro liquido vero, che dona una particolare profondità e luminosità. Per me era importante che non fosse solo una riproduzione, ma un’opera viva, capace di trasmettere sacralità.

    Viene da una lunga esperienza artistica.
    Sì, ho alle spalle dieci anni di scultura e pittura, ma in realtà ho iniziato a scolpire già dagli anni ’90, e ho proseguito fino al 2004. È stato un percorso costante, fatto di bottega, studio e tanta passione.

    Ha realizzato altre opere simili?
    Ho fatto altre quattro sinagoghe, che ho donato al Rav, allo shammash e al Circolo 48. Erano regali, gesti di riconoscenza verso persone e luoghi a cui sono legato.

    Che ricordo ha dell’esposizione al Tempio Maggiore?
    Indimenticabile. Vedere la mia sinagoga nella Sinagoga Grande, durante la Giornata Europea della Cultura Ebraica, è stato come ricevere un premio. Ho pensato: “È come se avessi vinto l’Oscar”.

    Come ha vissuto il confronto con altri artisti e scultori?
    Nelle botteghe di maestri come Diotallevi c’era sempre grande curiosità. Quando parlavo della mia sinagoga, mi chiedevano spiegazioni sulla struttura, sui sefarim, sui libri sacri. Era un dialogo continuo: io imparavo da loro, loro da me.

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