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    Cultura

    La sfida delle donne ebree tedesche pioniere di arte e design in mostra al Jewish Museum di Berlino

    Il Jewish Museum di Berlino ha inaugurato una mostra intitolata “Sfida: donne ebree e design nell’età contemporanea”. Quattrocento opere di oltre sessanta artiste ripercorrono le biografie e le creazioni delle designer ebree del XX secolo, oggi in gran parte dimenticate, le loro realizzazioni artistiche e imprenditoriali vengono così riscoperte ed esce dall’oblio il ruolo che hanno ricoperto nei processi di emancipazione e modernizzazione della società tedesca come donne, come ebree e come artiste. Le tecniche di design e di artigianato, dall’oreficeria all’arte tessile, passando per la ceramica e l’intaglio del legno, fino al design della moda e alla grafica sono esposte in vetrine di grande impatto.

    Il nazismo ha distrutto inesorabilmente e radicalmente la vita e la carriera di un enorme numero donne pioniere che combattevano l’emarginazione sociale per raggiungere posizioni di rilievo nei loro campi di attività. Uno sparuto numero riuscì a fuggire dalla Germania e a ricominciare a vivere all’estero.

    “Quasi tutte le nostre protagoniste sono state escluse dalla storia dell’arte e dalla cultura tedesca”, spiega il curatore, Michal Friedlander, la mostra che vede la luce dopo molti anni di ricerca, restituisce alle artiste il posto che meritano”. Tra i nomi più noti ci sono: Anni Albers, Friedl Dicker, Maria Luiko, Emmy Roth, Irene Saltern e Tom Seidmann-Freud. Hetty Berg, direttrice del Museo sottolinea: “Oltre a mettere in risalto la qualità estetica delle opere, raccontiamo anche le particolari condizioni in cui sono state realizzate e la fine spesso tragica della loro produzione; in questo modo, rappresentiamo la specificità del contributo delle donne ebree tedesche alla storia delle arti applicate”.

    Intorno al 1900 le donne in Germania erano strutturalmente svantaggiate rispetto agli uomini, i loro diritti nel matrimonio e nella vita familiare erano limitati e non potevano scegliere liberamente la loro formazione e la loro professione; la parte introduttiva della mostra illustra proprio le sfide che ogni donna doveva affrontare per superare questi ostacoli, la seconda sezione racconta le storie delle pioniere che hanno combattuto contro i valori conservatori della società nel suo complesso, e i valori che prevalevano all’interno dell’ambiente ebraico. Nell’area dedicata al design le vetrine sono incentrate sulle gravi limitazioni alle opportunità educative e di carriera per le donne nel settore del design. Fino al 1919 le donne non furono ammesse alla maggior parte delle accademie d’arte in Germania, solo poche istituzioni offrivano loro corsi professionali in cui la componente ebraica era sproporzionatamente ben rappresentata. Come stiliste, illustratrici e proprietarie di boutique, le donne ebree e le loro idee sull’autorappresentazione femminile sono state determinanti per la creazione di una moderna cultura visiva. La “Nuova Donna” incarnava un tipo di femminilità inedito: single, professionale, emancipata, faceva scelte di moda audaci. La sezione intitolata: “Nell’oscurità” testimonia gli anni che dal 1933 al 1943 hanno condotto progressivamente alla persecuzione, alla prigionia e alla morte queste straordinarie protagoniste alcune di loro dopo strenua ed eroica difesa.

    Le vetrine conclusive della mostra ripercorrono il mondo libero dalla dittatura nazista in cui hanno vissuto le pioniere, la nuova sfida di un mondo in cui i profondi traumi sono stati lentamente superati forgiando donne coraggiose che si sono impadronite di un nuovo futuro e di una nuova identità in Germania e all’estero.

    Foto Jewish Museum Berlin JMB

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