
È una delle comunità ebraiche più antiche d’Europa, ma allo stesso tempo una delle più recenti.
Quella che potrebbe sembrare una contraddizione è, in realtà, la storia stessa di Madrid e della Spagna, che dalla metà del XIX secolo ha visto il ritorno di alcuni gruppi ebraici dopo l’espulsione del 1492. «Una comunità giovane, ma dalle radici antiche» racconta Rav Pierpaolo Pinhas Punturello, che si è stabilito da quasi un decennio in questa città, ricordandoci come tutti siano «impegnati alla conservazione del passato ma con un occhio verso il futuro». Parole che si comprendono solo tenendo a mente come la comunità si sia ufficialmente ricostituita tra il 1917 e il 1920.
Proporre un itinerario ebraico in questa città, che sia per le vacanze estive o per un weekend lungo, significa quindi riconnettere vicende lontane con l’effervescenza della vita ebraica odierna, fatta di nuovi arrivi da ogni parte del mondo.
Si potrebbe partire dal Museo del Prado, con un tour tra le opere che ricordano quella storia. Un grande dipinto di Emilio Sala Francés del 1889, presentato all’Esposizione Universale di Parigi di quell’anno, ci riporta al tempo di Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, quando l’inquisitore Torquemada fa irruzione mentre un rappresentante della comunità ebraica cerca di evitare l’espulsione. Anche un disegno di Goya, Le ayuda a bien morir (1824 – 1828), ricorda il pregiudizio verso la popolazione ebraica: un frate cappuccino tenta l’ennesima conversione di un prigioniero condannato a morte. Non solo drammatiche vicende, però, ma anche suggestioni della tradizione ebraica protagonista nei dipinti di Rembrandt e di molti maestri europei.
Tornando al Novecento, coloro che ripopolarono la Spagna all’inizio del secolo fondarono nel 1917 la sinagoga di Midrás Abarbanel. Oggi solo una targa ne ricorda l’esistenza, poiché nel 1938, con la guerra civile e la dittatura di Franco, fu chiusa, mentre i suoi arredi vennero trasferiti al Museo Provincial de Murcia. Nel dopoguerra si alternarono diverse sedi provvisorie, ma nessuna nuova costruzione, fino agli anni Cinquanta.Solo nel 1959 arrivò il permesso per una nuova costruzione e nel dicembre 1968 venne inaugurata la sinagoga Beth Yaacov. L’edificio, che tra i progettisti conta l’architetto Fernando Morillo Cabello già autore di una chiesa neogotica a Málaga, è un volume geometrico che all’interno rivela uno stile razionalista con influenze brutaliste. Un’architettura che certo riporta i limiti di quello stile, ma perfettamente riconoscibile sia nelle ante dell’Aron Akodesh, l’armadio sacro per i rotoli della Torà, che nell’imponente lampadario che sovrasta la sala e nella menorà che incombe sulla Tevà, il podio dell’officiante.
Ad alleggerire lo spazio, alcune vetrate colorate e, soprattutto, il calco di un’iscrizione ebraica proveniente dalla sinagoga del Tránsito di Toledo, che collega la quotidianità con la storia della presenza ebraica nella penisola iberica.
Forse la visita alla Madrid ebraica potrebbe concludersi proprio con una pausa a Toledo, distante poco più di mezz’ora in treno, per scoprire la Sinagoga del Tránsito. Situata nel quartiere ebraico, l’edificio fu costruito tra il 1355 e il 1357 come luogo di preghiera privato da Samuel ben Meir Ha-Levi Abulafia, tesoriere del re Pedro I. Si tratta di un magnifico esempio di architettura mudéjar, con motivi geometrici e floreali e influenze arabe: uno dei migliori esempi di arte ispano-ebraica.
Un fuori programma che meriterebbe un viaggio a sé.
Credit foto: Comunità Ebraica di Madrid