
Pascal Monteil è il vincitore della sesta edizione del prestigioso premio che la Fondazione Pro mahJ assegna a un artista vivente per celebrarne il lavoro di incontro tra la cultura e la storia ebraica. Fino al 4 gennaio 2026 il Museo di arte e storia ebraica di Parigi, mahJ, ha inserito sei dei sui più importanti ricami nel percorso permanente di visita. Pascal Monteil è un narratore che si esprime attraverso il ricamo. Su vecchie tele di canapa e con lane dai colori vivaci, ricama storie in cui convivono figure letterarie, poetiche e storiche. Le sue opere mettono insieme temporalità diverse, provocando incontri inaspettati.
Nato a Nîmes nel 1968, tessitore a Tabriz, ceramista a Kyoto, pittore di icone a Istanbul e barcaiolo a Calcutta: Pascal Monteilper 15 anni, dopo aver studiato belle arti alla Villa Arson di Nizza, ha setacciato l’Asia e il Medio Oriente alla ricerca di fili antichi e spezzati per tessere un’altra storia della pittura. Ad Arles, dove vive dal 2017, ricama con gli aghi le tele ottocentesche, senza schizzi o prove d’artista ma con la scrittura come punto di partenza per le storie che racconta nei suoi arazzi.
“Mi piace immaginare luoghi in cui le epoche si sovrappongono e convivono pensieri contraddittori – racconta – Mi immergo nella storia dell’arte e invito le figure che mi ispirano, in tutta umiltà. È il mio modo di raccontare la poesia e la complessità del mondo”.Per realizzare il suo ultimo lavoro appositamente progettato per il mahJ, l’artista si è ispirato alla storia dell’infanzia nascosta dello scrittore Aharon Appelfeld e al salvataggio di quasi 60.000 ebrei dalla Lituania grazie ai visti di transito rilasciati a Kaunas nel 1940 dal console giapponese Chiune Sugihara. Questa storia poco conosciuta gli permette di immaginare un viaggio epico attraverso le foreste dell’Unione Sovietica fino a Vladivostok, poi a Shanghai.
Ama dire: “Non c’è mai un soggetto, faccio solo rifugi” e Pascal Monteil costruisce questi nidi di storie dal 2015, filo dopo filo, ricamando su vecchi tessuti. In “Llanto por la Monja Gitana”, “Compianto per la monaca zingara”, Monteil ha ricamato su una tela di oltre tre metri una lunga processione di esuli in cui evoca l’espulsione degli ebrei dalla Spagna integrando l’opera con figure del suo pantheon personale come Federico García Lorca o Marceline Loridan-Ivens. Le origini marrane dell’artista non sono senza dubbio estranee alla scelta di questo affresco epico, in cuiun rabbino che porta la Torà è alla testa della processione. Come spiega Christian Lacroix, il filo di Monteil “diventa a sua volta gouache, acquerello, smalto, olio denso, carboncino, scarificando la tela, facendola apparire giorno dopo giorno, mese dopo mese […] processioni, esuli, architetture impaurite, poeti in barella, letti d’artista e barche per i profeti”.
La Fondazione Pro mahJ, è stata creata nel 2003 su iniziativa di Claire Maratier. Il suo scopo è quello di sostenere le attività del museo e in particolare la sua politica espositiva, editoriale e di investimenti e di arricchire le sue collezioni. La Fondazione conserva un’eccezionale collezione che illustra il contributo dell’ebraismo in Europa e nel Mediterraneo, riconosciuta come ente di pubblica utilità, può ricevere donazioni e lasciti esenti dalle imposte, organizza raccolte di donazioni per sostenere i progetti del museo econtribuisce attivamente alla diffusione della cultura dell’ebraismo in Francia.