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    EUROPA

    Atene: raid antisemita al ristorante kosher

    L’antisemitismo si manifesta in forme sempre più aggressive, segnando un cambiamento preoccupante nelle sue dinamiche e nella sua diffusione globale. Un esempio evidente di questa tensione è l’attacco avvenuto sabato sera ad Atene, quando un ristorante kosher è stato preso di mira da un gruppo di attivisti pro-Palestinesi e anarchici con il volto coperto.
    Il locale, il King David Burger, inaugurato appena sei settimane fa nel centro della capitale greca, è stato oggetto di atti vandalici e minacce. L’attacco è avvenuto intorno alle 21:30, poco dopo la conclusione dello Shabbat, quando i dipendenti stavano arrivando sul posto per l’apertura serale. I vandali hanno imbrattato pareti e banconi con graffiti carichi di odio, tra cui frasi come “Nessun sionista è al sicuro qui” e “Morte all’esercito israeliano, stupratori e assassini”. Uno dei lavoratori del ristorante è stato persino minacciato fisicamente: “Gli hanno detto che se fosse uscito dal locale, lo avrebbero finito”, ha raccontato il proprietario, Tzvika Levinson.
    Nonostante la presenza della polizia nei pressi del ristorante, il proprietario ha affermato che nessuno sia intervenuto durante l’aggressione. Un video, pubblicato dallo stesso esercente, mostra chiaramente i responsabili mentre applicano stencil, lanciano volantini e imbrattano ogni superficie del locale.
    Tuttavia, la risposta della comunità non si è fatta attendere: “Abbiamo riaperto il giorno dopo e la solidarietà è stata commovente, tante persone sono venute a sostenerci, cantando ‘Am Israel Chai’ davanti al ristorante”, ha dichiarato Levinson. Il ristoratore ha anche espresso la volontà di incontrare il sindaco della città per chiedere misure di protezione più efficaci per i commercianti locali, ribadendo l’importanza di far capire che episodi del genere non possono essere tollerati.
    Atti simili non si sono limitati solo alla Grecia. Ad esempio, all’inizio di luglio, un altro ristorante gestito da un israeliano è stato preso di mira a Melbourne, in Australia, durante una manifestazione pro-Palestina. Anche in questo caso, il modus operandi è stato lo stesso: vetrine infrante, slogan come “Morte all’IDF” e violenza che ha travolto il locale. L’episodio si è concluso con una donna rimasta lievemente ferita, mentre la polizia ha disperso i manifestanti e arrestato un giovane di 28 anni.
    Questi eventi non rappresentano solamente attacchi contro singoli esercizi commerciali, ma sono anche una rappresentazione concreta nella quale l’antisemitismo e la polarizzazione politica si intrecciano, diventando un pericolo per tutti coloro che appartengono ad una minoranza.

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