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    ISRAELE

    Il nuovo rapporto sugli stupri di Hamas il 7 ottobre

    Le vittime sono anche state legate ad alberi e mutilate

    Emergono nuovi dettagli raccapriccianti relativamente all’uso delle molestie e della violenza sessuale nell’attacco terroristico di Hamas il 7 ottobre e nel successivo trattamento degli ostaggi. La fonte è il rapporto del Dinah Project, che si propone di diventare “la principale risorsa per il riconoscimento e la giustizia delle vittime di violenza sessuale legata ai conflitti (CRSV)” del 7 ottobre e successivamente.
    Il rapporto è stato in parte finanziato dal governo britannico e redatto dal team della professoressa Ruth Halperin- Kaddari della Bar-Ilan University, in collaborazione con Sharon Zagagi- Pinhas, già procuratrice militare, e con la giudice emerita Nava Ben-Or.
    Nel rapporto sono incluse descrizioni inedite delle violenze sessuali “diffuse e sistematiche” subite dalle vittime dell’attentato al Nova Festival, ai kibbutzim di Re’im, Nir Oz , Kfar Aza, e alla base militare di Nahal Oz. Gli studiosi hanno anche raccolto le testimonianze di 15 ex ostaggi , di sopravvissuti, soccorritori e terapeuti che hanno in cura sopravvissuti all’attacco del 7 ottobre. Un quadro probatorio che comprende anche prove forensi con fotografie e resoconti degli obitori che attestano le violenze riscontrate sui corpi delle vittime.
    Secondo quanto riportato anche da rapporti precedenti, il Dinah Project evidenzia le torture e le molestie sessuali subite anche dagli ostaggi. Violenze che includono nudità forzata, contatti intimi non consensuali, minacce di matrimoni forzati riferite da almeno sei donne liberate. Due uomini liberati da Gaza dopo oltre 500 giorni (a gennaio e febbraio 2025) hanno parlato di umiliazioni di carattere sessuale, come “la nudità forzata e abusi fisici in stato di nudità. Un ex ostaggio ha anche ricordato la rasatura di tutti i peli del corpo, comprese le parti intime, una forma di violenza sessuale di gruppo volta a privare la vittima della sua identità sessuale e di genere” specifica il rapporto.
    Sono stati rilevati alcuni schemi ricorrenti adottati per perpetrare le violenze. Molte vittime sono state rinvenute nude o parzialmente svestite, spesso con le mani legate. Dozzine di persone, inoltre, sono state trovate legate ad alberi o a pali. Inoltre, sono stati ricorrenti anche stupri di gruppo di vittime poi assassinate, mutilazioni genitali e umiliazioni pubbliche.
    Oltre ad un quadro probatorio, il Dinah Project ha sviluppato anche un quadro giuridico e raccomandazioni chiave volte a garantire giustizia e responsabilità. La giustizia non riguarda solo la pena per i crimini commessi ma anche il riconoscimento del danno subito dalle vittime e dalle comunità, “la stabilizzazione della verità storica e la prevenzione di future atrocità”.
    Attraverso il lavoro svolto per la redazione del rapporto, il Dinah Project ritiene necessario richiedere al Segretario Generale dell’ONU di inviare una squadra investigativa in Israele e di includere Hamas nella lista dei gruppi che ricorrono alla violenza sessuale come arma di guerra.

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