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    ITALIA

    Rav Scialom Bahbout rinuncia alla cittadinanza di Napoli dopo il voto che boicotta Israele: “La mia preoccupazione per l’intera società”

    Un gesto forte e carico di significato quello di Rav Scialom Bahbout, ex rabbino capo di Napoli, che ha scelto di rinunciare alla cittadinanza onoraria partenopea dopo che il Consiglio Comunale della città ha deciso di interrompere i rapporti con Israele. “Un attestato di fiducia e di onore non si esaurisce nel momento in cui viene dato, ma rimane per sempre. Quando vengono a mancare le condizioni per cui la compagnia non è più gradita, anzi diventa fastidiosa e priva di un’analisi seria e critica degli eventi, non resta che prenderne atto”. Con queste parole rav Bahbout spiega a Shalom le ragioni del suo gesto, chiarendo che la sua scelta non va intesa come una difesa di una minoranza, ma come un richiamo alla coerenza e ai valori fondanti della società. “Come osservava l’architetto Bruno Zevi, gli ebrei sono la cartina di tornasole di una società. La preoccupazione non riguarda solo la componente ebraica, ma l’intera società e il suo futuro”.

    La rinuncia alla cittadinanza è stata annunciata dal rabbino con una lettera pubblicata sui social e indirizzata al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. “Signor Sindaco, la Sua città ebbe a conferirmi la cittadinanza partenopea, che accolsi con spirito di orgoglio e responsabilità. – scrive Bahbout nella missiva – Responsabilità quale rabbino capo in una realtà dialogante e che guardava al Mediterraneo, aspirando giustamente a un ruolo centrale anche di pacificazione; intendevo, poi, corrispondere anche dal ruolo ricoperto all’accoglienza che ricevetti nel 1953 quando giunsi a Napoli quale profugo dalla Libia. Orgoglio perché mi consentiva di essere parte di una comunità che aveva costituito una città aperta e tollerante e che è stata, con il ghetto di Varsavia, unica in Europa a sollevarsi da sola e con le armi contro assassini crudeli, sterminatori e oppressori che avevano lo scopo di assoggettare popoli ed eliminare quello al quale appartengo.”

    Bahbout prosegue poi esprimendo la sua delusione per l’atteggiamento del Consiglio Comunale di Napoli: “Oggi un recente voto del Consiglio che Ella presiede promuove un boicottaggio contro l’unica democrazia del Medio Oriente e, sposando facili quanto falsi slogan, calpesta le gloriose, spontanee ed eroiche gesta della città; con tale voto l’amministrazione napoletana ha inteso appoggiare assassini criminali e terroristi che hanno gli stessi scopi e metodi di quelli che furono cacciati dalla popolazione nel 1943 e che ho sopra richiamato.” Bahbout condanna inoltre l’azione dell’amministrazione, appellandosi alle Quattro Giornate di Napoli per difendere i valori della città: “Non intendo, quindi, essere più cittadino di una città che rappresenta, da parte di chi la amministra, l’esatto contrario di quella che mi conferì la cittadinanza e che risulta oggi perseguire l’opposto di quei valori di Libertà, Giustizia e Verità che ne fecero un faro tra le genti e non soltanto in occasione delle eroiche Quattro Giornate per le quali la città venne insignita di medaglia d’oro.” Concludendo, Rav Bahbout annuncia dunque la sua decisione di rinunciare alla cittadinanza onoraria di Napoli: “Le comunico quindi la mia volontà di rinunciare alla cittadinanza di Napoli”.

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