Skip to main content

Ultimo numero Maggio – Giugno 2025

Scarica il Lunario

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    ISRAELE

    L’ex ostaggio Liri Albag sceglie di tornare nell’IDF con un incarico speciale

    Dopo 477 giorni di prigionia a Gaza, Liri Albag, ex osservatrice dell’IDF, si prepara a tornare alla vita quotidiana. Rapita il 7 ottobre dal Kibbutz Nahal Oz, all’inizio del suo servizio militare, è stata liberata a gennaio insieme ad altre tre osservatrici: Naama, Daniela e Karina. Oggi Liri intraprende un nuovo percorso, difficile ma consapevole, tornando nell’esercito israeliano. Tuttavia, non riprenderà il suo vecchio ruolo: stavolta, come ha raccontato suo padre Eli Albag in un’intervista a Channel 12 News, assumerà un incarico di maggiore responsabilità.
    “Vuole essere parte di qualcosa che abbia davvero un senso, e lo farà” ha detto Eli. Dopo la liberazione, Liri ha affrontato un intenso percorso di riabilitazione, tra cure, viaggi e momenti di esplorazione personale. “Ha intrapreso un cammino di recupero, ha viaggiato all’estero per aprire di nuovo gli occhi sul mondo, ha visitato ogni angolo d’Israele, si è concessa qualche momento di relax” ha spiegato il padre, lasciando intendere quanto fosse fondamentale per lei ritrovare un equilibrio con la normalità, oltre che con sé stessa.
    Nonostante l’esperienza traumatica, Liri ha dimostrato una forza interiore che ha stupito persino la sua famiglia. “Mi sono reso conto che è molto più forte di quanto pensassi, è riuscita persino a sorprendermi” ha raccontato Eli, visibilmente orgoglioso. La giovane condivide la sua triste esperienza solo quando si sente pronta: “Non la spingiamo a parlare, è lei a decidere quando e come aprirsi con noi”. La decisione di tornare nell’esercito è stata accolta con pieno sostegno dalla famiglia. “Liri è molto matura e sa esattamente cosa vuole. Abbiamo appoggiato con convinzione la sua scelta”, ha aggiunto Eli.
    Il ritorno di Liri dalla prigionia è stato accompagnato dalla visibilità mediatica e da non poche polemiche. Alcune critiche online rivolte a Liri hanno indignato il padre: “Solo quando sarà tuo figlio ad essere rapito potrai capire cosa abbiamo vissuto… sono un branco di ignoranti che non ha idea di cosa significhi essere la famiglia di un ostaggio”.
    Sul piano politico, Eli ha espresso sostegno al Primo Ministro Netanyahu, pur riconoscendo la legittimità del dibattito pubblico: “Criticare il Primo ministro è lecito, ma lo è anche riconoscerne i meriti”. Tuttavia, ha sottolineato che c’è una sola vera priorità in questo momento: “La cosa più importante adesso è riportare tutti gli ostaggi a casa”.
    La famiglia Albag non ha mai smesso di battersi per la liberazione di Liri e, oggi, continua a farsi portavoce di chi ancora aspetta. In Israele, storie come quella di Liri non sono rare: ogni ferita porta con sé il peso del dolore, ma anche la volontà di andare avanti. La sofferenza non viene nascosta, ma affrontata giorno dopo giorno, nella speranza di trovare il coraggio di ripartire senza lasciare che la paura guidi il futuro.

    CONDIVIDI SU: