
Un’altra volta, in migliaia si sono riversati per le strade. Hanno formato un corridoio di bandiere, silenzioso e composto, per accompagnare, per l’ultima volta, un soldato di vent’anni, caduto a Gaza. Il suo nome era Yisrael Nathan Rosenfeld z”l, non dimenticatelo. Non dimenticate il suo volto, il suo sorriso, lo sguardo fiero, anzi, fermatevi un attimo: osservate la sua fotografia, coglietene i particolari, scalfiteli nella vostra memoria. Nathan era nato nel Regno Unito, è arrivato in Israele con la sua famiglia quando aveva appena sette anni. Si è arruolato dopo l’inizio della guerra, conscio dei pericoli a cui andava incontro. «Nathan sapeva esattamente ciò faceva e perché lo faceva» racconta Avi, suo padre. Mai un attimo di esitazione, non un solo ripensamento. Non dimenticate Yisrael Nathan Rosenfeld, perché lui è il vassoio d’argento, di cui scriveva Alterman, su cui ci viene offerto ogni giorno il privilegio di vivere liberi nella nostra Terra. «La pace non ci è data in dono» spiega ancora Avi «va conquistata», anche se il prezzo pare insostenibile. Non dimenticate Yisrael Nathan Rosenfeld, e con lui non dimenticate gli 879 soldati caduti dal 7 ottobre a oggi, una generazione di giganti, che quando hanno visto la loro, la nostra casa in fiamme, si sono gettati nel fuoco per difenderla. Senza un attimo di esitazione, non un solo ripensamento.