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    EUROPA

    Regno Unito sotto accusa: milioni di sterline in aiuti umanitari finiti a Hamas

    Il governo britannico e diverse organizzazioni di beneficenza con sede nel Regno Unito avrebbero finanziato direttamente Hamas nella Striscia di Gaza, con piena consapevolezza delle implicazioni. È quanto emerge dall’inchiesta realizzata dall’emittente israeliana N12, basata su documenti ufficiali, redatti dal Foreign Office britannico, e fonti della sicurezza ottenuti dall’organizzazione NGO Monitor, e che risalgono a novembre 2022, quasi un anno prima dell’attacco del 7 ottobre.
    Il piano, intitolato “The British Humanitarian Support Plan for the Occupied Palestinian Territories”, prevedeva lo stanziamento di decine di milioni di sterline in contanti da distribuire in Cisgiordania e a Gaza tramite l’UNICEF. Tuttavia, l’attuazione degli aiuti nella Striscia di Gaza sarebbe dovuta passare attraverso il Ministero dello Sviluppo Sociale, guidato da Ghazi Hamad, alto dirigente di Hamas. Hamad è una figura di spicco dell’organizzazione terroristica: già consigliere militare di Ahmed Jabari, ex leader dell’ala militare di Hamas, ha ricoperto incarichi come vice ministro degli Esteri e portavoce del gruppo terroristico. È stato coinvolto anche nelle trattative per il rilascio del soldato israeliano Gilad Shalit. Recentemente, è apparso in televisione dichiarando che Hamas sarebbe pronta a ripetere il massacro del 7 ottobre “ancora e ancora”.
    Anne Herzberg, consulente legale di NGO Monitor, ha definito “oltraggioso” il fatto che i fondi dei contribuenti britannici vengano gestiti da un ministero sotto la responsabilità di un terrorista dichiarato. Anche Udi Levy, ex capo della divisione anti-finanziamento del terrorismo del Mossad, ha confermato ai microfoni di N12 che “il Regno Unito è diventato il principale paese occidentale che trasferisce fondi a Hamas, anche dopo il 7 ottobre”. Secondo Levy, si tratterebbe di fondi raccolti attraverso organizzazioni di facciata e mascherati da aiuti umanitari. Oz Noy, ex responsabile della divisione Israele ed Estero dello Shin Bet, ha aggiunto che Hamas ha sviluppato un sofisticato sistema finanziario parallelo in grado di raccogliere, trasferire e riciclare denaro su scala globale.
    La presenza della Fratellanza Musulmana e di Hamas nel Regno Unito risale a decenni fa. Molte fondazioni islamiche e associazioni legate a queste organizzazioni continuano a operare liberamente nel paese. Secondo fonti dell’intelligence, oltre un quarto dei finanziamenti non statali destinati ad Hamas provengono proprio dal Regno Unito. Nel 2001, durante la Seconda Intifada, il noto predicatore Sheikh Yusuf al-Qaradawi guidò una coalizione di cinquanta fondazioni islamiche per raccogliere fondi destinati al terrorismo di Hamas. Sebbene la coalizione sia stata in seguito bandita, molte delle sue organizzazioni affiliate nel Regno Unito hanno proseguito le proprie attività indisturbate, rafforzando nel tempo la loro rete.
    In risposta all’inchiesta di N12, il Foreign Office britannico ha dichiarato: “Utilizziamo un sistema rigoroso per prevenire qualsiasi deviazione dei fondi. Nessuna parte dei finanziamenti britannici raggiunge Hamas”. Tuttavia, la gestione dei fondi attraverso strutture sotto il controllo dell’organizzazione solleva pesanti interrogativi sull’efficacia e la trasparenza dei meccanismi di controllo adottati dal governo britannico.

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