
Dopo ottantatré anni è stata finalmente ritrovata una fotografia perduta di Tzvi Zilberberg, combattente dell’Unione Militare Ebraica (ŻZW), che tentò invano, insieme al fratello Moshe, di avvertire gli ebrei del Ghetto di Varsavia sull’imminente sterminio nazista. Questo rinvenimento chiude un cerchio storico e offre un volto tangibile a una delle tante storie dimenticate durante la Shoah. Nel marzo del 1942, i fratelli Tzvi e Moshe Zilberberg, giovani membri del movimento Betar di Lublino, assistettero alla liquidazione del ghetto della loro città. Riuscirono a fuggire e raggiunsero Varsavia, portando con sé testimonianze dirette delle atrocità naziste. Incontrarono i leader ebrei del ghetto, tra cui Adam Czerniaków, cercando di avvisarli della catastrofe imminente. Tuttavia, le loro parole furono accolte con scetticismo e incredulità.
Nonostante il rifiuto iniziale, i fratelli continuarono a diffondere la verità. Scoprirono che i treni diretti a Treblinka tornavano vuoti, comprendendo così l’entità del genocidio in atto. Si unirono alla ŻZW e parteciparono all’insurrezione del Ghetto di Varsavia. Tzvi fu catturato e ucciso, mentre Moshe sopravvisse alla guerra e emigrò negli Stati Uniti. Nel 1963, Moshe scrisse a Chaim Lazar, autore di un libro sull’insurrezione, lamentando l’assenza della vicenda legata a lui e a suo fratello. Espresse il desiderio di vedere una foto di Tzvi, ma ammise che “tutto era andato in fumo”.
Recentemente, grazie a una ricerca del Menachem Begin Heritage Center e al lavoro dell’archivista Matan Shefi, è stata scoperta una foto di Tzvi negli archivi dell’Università di Varsavia. Questo ritrovamento ha commosso profondamente i discendenti della famiglia Zilberberg, offrendo loro una chiusura emotiva.