Lo scorso mese di agosto è venuta a mancare un’altra delle morot “storiche” della Scuola elementare “Vittorio Polacco”, la Morà Giuditta Di Porto Gattegna z.l.
Ha insegnato per oltre quarant’anni, dagli anni ’60 fino al 2006, ed ha formato numerose generazioni di allievi. È stata un’insegnante materna, generosa e seria. Io che ho avuto l’opportunità di lavorare insieme a lei per qualche anno la ricordo con tantissimo affetto come so che la ricordano tutti i suoi allievi che le hanno voluto sempre un gran bene.
Tutti ne abbiamo apprezzato il suo impegno professionale e umano; è sempre stata una morà che si è adoperata per la serena crescita dei suoi piccoli allievi dando particolari attenzioni ai più fragili e deboli, distinguendosi sempre per le speciali attenzioni dedicate a questi ultimi.
Era persona pacata, che non ho mai visto inquietarsi o alzare la voce, lavorava con molta umiltà senza mai mettersi in mostra. È risaputo che l’insegnamento passa soprattutto attraverso l’esempio e l’affettività, e la morà Giuditta è stata esempio di corretti comportamenti e trasmetteva i saperi con molto amore.
È scritto nel Pirkè Avot (II, 5): [Hillel] “Era solito dire… Colui che è severo non può insegnare…”.
E nel libro dei Proverbi (31,26): “Apre la bocca con saggezza ed insegnamento di bontà vi è sulla sua lingua”.
La Morà Giuditta Di Porto Gattegna ha sempre messo in pratica questi insegnamenti.