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    La premiazione del Concorso Fratelli Finzi 2021

    Si è svolta questa mattina la premiazione del Concorso Fratelli Finzi 2021 promosso dalla Fondazione Museo della Shoah e rivolto alle scuole superiori, prima di tutte il Liceo Classico “Giulio Cesare” da cui è partito il progetto.  A premiare i vincitori di questa edizione la Presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello e il Presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia.

     

    Il Concorso è intitolato ai fratelli Luciana ed Enrico Finzi poiché, a causa della introduzione durante il Fascismo nel 1938 delle leggi razziali, furono espulsi dalla scuola di appartenenza: Liceo “Giulio Cesare”. Successivamente il 16 ottobre 1943, nel corso della razzia nazista a Roma, furono catturati, arrestati e deportati nel campo di sterminio di Auschwitz- Birkenau, ove furono selezionati e immediatamente avviati alla camera a gas e assassinati il 23 ottobre 1943. 

     

    Tre le tracce su cui gli studenti hanno elaborato i loro temi, la prima sulla figura dei Giusti tra le nazioni, la seconda richiedeva delle considerazioni sull’opera di Primo Levi “Se questo è un uomo” e la terza interrogava gli studenti su quale opera letteraria o artistica che documenta sia storicamente che artisticamente la discriminazione ebraica o la Shoah avesse suscitato in loro un interesse culturale, politico ed emotivo. A vincere questa edizione sono stati Flavia Soliani, Giulia Sermoneta e Sara Baranes. 

     

    “Negli anni abbiamo voluto coinvolgere nel concorso Finzi, inizialmente dedicato agli studenti del Giulio Cesare, anche i ragazzi della scuola ebraica, che hanno prodotto degli elaborati di altissimo valore. Emerge la loro preparazione storica e la capacità critica di riflessione e di elaborazione, che non lascia spazio a né alla retorica né al risentimento” ha commentato Mario Venezia. 

     

    “I ragazzi, di cui sono sempre orgogliosa – dice Ruth Dureghello – hanno partecipato mostrando interesse e voglia di approfondire. Sono felice di sapere che al loro fianco, tanti altri studenti provenienti da realtà anche molto lontane, condividono il desiderio di studiare e conoscere la storia della Shoah. Guardiamo al futuro con ottimismo grazie a questi ragazzi che affrontano l’argomento con serietà e dedizione”.

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